"San Benedetto: l'uomo che visse nel futuro" è il titolo del convegno che si è svolto lo scorso luglio all'Abbazia di Farfa, dove si è intessuto un interessante dialogo tra chi la Regola benedettina la vive tra i più intimi spazi della preghiera e chi potrebbe riscoprirla all'interno di una realtà aziendale.
Presente all'appuntamento il Priore Dom Eugenio Gargiulo che ha accolto un team di professionisti del mondo finanziario e Giuseppina Roma amministratrice di "AdPersonam", tour operator e società di organizzazione eventi.
Un'idea innovativa nata dalla curiosità sempre accesa di Giuseppina Roma che ha dato vita ad un progetto Smart – per stare al passo con i tempi! – e al contempo ricco di uno spessore che sa mescolare l'odierna realtà con l'essenza umana di cui San Benedetto ha dato prova e testimonianza.
Dottoressa Roma, come ha avuto l'idea di creare un progetto che coniugasse la Regola di San Benedetto con le realtà organizzative aziendali?
"Qualche mese fa la mia azienda "AdPersonam" venne invitata alla presentazione di un progetto di Digital Art che aveva come obiettivo la scannerizzazione e quindi la fruibilità in 3D sia del Sacro Speco di Subiaco che del Monastero di Montecassino. Durante la presentazione del progetto, peraltro premiato dalla Regione Lazio, è stato dato qualche cenno sulla vita di San Benedetto. Spunti che hanno acceso in me il desiderio di studiare la vita del Santo. Ho iniziato con la sua Regola per continuare con libri, documentari e siti. Insomma mi sono immersa a 360° in questo mondo che mi ha arricchito personalmente ma anche professionalmente.
Da lì è nata l'idea di creare un format che sto perfezionando e che può essere proposto alle aziende per favorire una gestione che sia in linea con i principi e i valori che sono rimasti inalterati nonostante siano trascorsi 1500 anni! Certo San Benedetto quando ha scritto la Regola ha descritto i compiti e la figura dell'abate in un tempo ben lontano dal presente costituito da aziende strutturate e con la loro gerarchia ma – e questo è uno dei concetti che dovrebbe passare – senza la figura di un capo che comanda ma semplicemente di una persona autorevole.
Dottoressa, ci potrebbe dare maggiori dettagli sul nuovo format?
"AdPersonam" è una società che crea eventi e quindi conosco bene il mondo aziendale e la sua sensibilità a trattare temi legati al management e al lavoro all'interno del team. Si parla spesso di leadership e di ciò che rappresenta. Ciò che ormai si sta consolidando è il concetto che il leader non debba essere una figura autoritaria ma una persona autorevole che sappia gestire i suoi dipendenti cercando di tirare fuori il meglio da loro e quindi valorizzarli. Girando nelle aziende ho constatato da vicino come abbiano fortemente a cuore alcuni concetti di management.
Un esempio è l'intelligenza emotiva che fa parte delle soft skills sempre più richieste. Tuttavia questi temi devono poi trovare un'interpretazione e quindi, appunto, una Regola che, facendo i giusti parallelismi, ho estrapolato dalla Regola "Ora, Lege et Labora" prendendo alcuni spunti ancor oggi validi e utili per conseguire obiettivi non solo economici ma anche umani. San Benedetto, come ha spiegato il Priore Dom Eugenio Gargiulo, era un uomo molto equilibrato che ha saputo dare il giusto valore sia all'anima che al corpo. Così come non parla mai di punizione ma di una correzione fraterna.
Concetti che si prestano ad una lettura attuale e che si possono applicare in qualsiasi contesto lavorativo: azienda, ospedale, associazione per arrivare ad un nucleo familiare o di amici. Parliamo sempre di gruppo.
Su quale tipo di aziende potrebbe avere maggiore presa questo tipo di proposta?
Reputo che questo format possa essere valido per le aziende di qualsiasi settore e attività. È chiaro che per le realtà aziendali a conduzione unitaria e con pochi dipendenti, sebbene anche per loro sarebbe opportuno consolidare i rapporti interni, non c'è una forte necessità. Diverso il discorso per aziende più strutturate e con un organigramma complesso. In questo caso sarebbe illuminante per loro vivere una mezza giornata a contatto con un Priore o con un gruppo di monaci per poter fare un parallelismo con la propria azienda.
Durante le mie ricerche iniziali ho visto un interessante documentario su una falegnameria di Civitavecchia il cui proprietario spiegava i suoi rapporti con i dipendenti e la gestione di ogni rapporto che variava in base al carattere di ognuno. Diciamo che la mia proposta è un tipo di attività formativa di team building!
Dottoressa, ci potrebbe spiegare il seminario che si è svolto a Farfa con la presenza del Priore Gargiulo?
Innanzitutto c'è da dire che il Priore ha dimostrato una grande apertura e disponibilità a conferma della sua fedeltà alla Regola benedettina: accogliere il pellegrino perché dal pellegrino si può comunque imparare! C'è sempre uno scambio. E il giorno del seminario c'è stato un proficuo scambio. Ho proposto il mio format ad un gruppo di professionisti che lavorano nell'ambito bancario-finanziario, consulenti finanziari e figure manageriali.
Dopo aver fatto una visita del luogo, siamo stati ospitati nella sala multimediale della Biblioteca dove si è dato il via al confronto con il Priore che ha spiegato i diversi capitoli della Regola di San Benedetto mentre io fungevo da stimolo per una lettura più laica del testo. Tra i temi emersi e che sono preziosi in monastero e al contempo in una realtà aziendale: il silenzio, l'umiltà, e il ruolo dell'abate (manager) in un monastero (azienda) nella gestione di tutti i monaci (lavoratori). È chiaro che è solo l'inizio di un progetto che è in itinere e che può essere declinato in mille modi, a seconda degli interlocutori finali.
Come è stata accolta la sua proposta?
Con vivo interesse. Mi rendo conto che se ci si arriva preparati si riesce ad entrare un po' più in profondità e quindi a cogliere maggiori spunti. L'infarinatura generale può destare la curiosità e spingere – come è successo a me – ad approfondire i temi e quindi a trovare soluzioni efficaci all'interno del proprio contesto lavorativo. Mi riferisco maggiormente alle figure apicali.
Perché ha scelto l'Abbazia di Farfa?
Ci sono arrivata un po' per caso. Sono stata a Farfa all'inizio di aprile ma per altri motivi. Siamo un tour operator e quindi facciamo sopralluoghi per conoscere il posto e tutti i suoi servizi nel momento in cui lo inseriamo nei nostri itinerari. L'Abbazia, infatti, l'abbiamo presentata nel percorso destinato ai viaggiatori individuali.
Durante la visita guidata mi sono accorta della presenza di grandi sale e mi è venuta l'idea di chiedere se fossero disponibili a concederli a terzi in uso. Tutto questo in coincidenza della gestazione mentale del format legato alla figura di San Benedetto. Quale luogo migliore se non all'interno dell'Abbazia benedettina di Farfa? Mi sono chiesta e al contempo risposta.
Foto: Giuseppina Roma