Piazza gremita per la Tankio Band, Riccardo Fassi: "Con Zappa si spazia dal rock al jazz!"
lug232022

Sono stati acclamati da una piazza gremita i componenti della Tankio Band, considerata tra le più importanti della scena jazz italiana.
Ieri sera sul palco del Fara Music: Claudio Corvini (Tromba), Roman Villaneuva (Tromba), Roberto Pecorelli (Tuba) Enzo De Rosa (Trombone), Sandro Satta (Sax alto), Filippo Bianchini (Sax Soprano/Alto), Torquato Sdruscia (Sax Baritono), Pierpaolo Bisogno (Vibrafono), Steve Cantarano (Contrabbasso), Pietro Iodice (Batteria) e al centro della scena Riccardo Fassi (Piano, Tastiere, Arrangiamenti).
La loro presenza al Festival è stata fortemente voluta dall'Associazione Fara Music tanto che quest'anno ha optato “per un palco più grande che potesse ospitarli" come ha spiegato il direttore artistico Enrico Moccia prima della loro partenza. Luci spente. E già tutto si riaccende per ascoltare vera musica e vedere uno show dove ogni strumento dialoga con l'altro dando vita ad un coro che è armonia e bellezza.
Possono anche suonare da soli ma la loro forza rimane l'orchestra. Questa l'idea del Maestro Riccardo Fassi che dalla sua storia è arrivato alla loro storia fatta di inizi, cambi e riprese. Ma sempre nutrite dalla passione.
Maestro Fassi, partiamo dal suo primo incontro con l'Abbazia di Farfa…
Ci sono stato tantissime volte e lo trovo un posto fantastico. Il mio primo arrivo risale agli anni Novanta e come detto non ho mai smesso. Diversi anni fa, forse dieci, ho anche suonato nel borgo ma per un'altra manifestazione.
Cosa la porta a tornare nel borgo sabino…
È un luogo storico che ha una sua particolare fascinazione e un'atmosfera unica al mondo. Nel vero senso della parola: non esistono due abbazie di Farfa! Ce ne sono tante e di belle ma non con questo tipo di spazio, di giardino, di natura che l'avvolge. E' bellissimo essere qua.
Maestro lei si è esibito in moltissime piazze. Quale le differenze tra i grandi circuiti e i più piccoli e contenuti come quello farfense?
Per questo tipo di musica non si può parlare di piazze grandi o piccole. Il jazz è un genere di nicchia, per gente appassionata. Quindi si punta sempre sulla qualità che ha ben poco a che fare con i numeri legati alle misure dei luoghi o al numero degli spettatori. Paradossalmente posti come Farfa sono i migliori perché più accoglienti rispetto a piazze che rimangono caotiche e confuse. In particolare il complesso abbaziale farfense lo considero un luogo adatto all'attività artistica perché già di per sé è un opera d'arte.
Cosa ne pensa dell'ormai storico Fara Music Festival che quest'anno ha l'onore di ospitarvi?
Bellissima iniziativa che seguo da anni. Sono anche venuto a sentire i concerti. L'ultimo quello dello scorso anno. Considero eroi coloro che portano avanti attività culturali in Italia dove ormai è diventata una missione etica e morale rispetto alla deriva che c'è intorno a noi. Una deriva fatta di bruttezza, di cattiveria, di tante cose che non vanno bene.
Chi fa musica o comunque arte e chi la promuove spinge verso una direzione giusta, quella di una società più umana e bella. Anche questa è una forma di spiritualità, un modo per salvare il mondo dalla bruttezza, parola che ripeto e nella quale racchiudo tutto ciò che ferisce: pandemie, guerre e tutto quel frastuono che c'è sempre stato e sempre ci sarà. Ma a maggior ragione servono azioni che profumano di cultura, poesia, pittura, musica. L'arte è quella luce che si pone dinanzi a noi per farci vedere che esiste qualcosa di giusto verso cui tendere.
Sarebbe troppo lunga da raccontare la storia della Tankio Band, solo un cenno per capire il progetto legato al tributo a Frank Zappa…
La nostra orchestra esiste dagli anni Ottanta e abbiamo fatto diverse cose cominciando con brani originali. Poi l'incontro con Zappa nei primi anni Novanta ha dato il via al progetto. Ci tengo a sottolineare che è nato quando Zappa era ancora in vita. C'è stato un fraintendimento. Quando è morto noi eravamo stati tra i primi ad aver rifatto la sua musica e sembrò un omaggio legato alla sua scomparsa. In realtà era una produzione precedente. Poi c'è stata un'altra fase scandita da altre musiche. Dopo 20 anni torniamo con il nuovo progetto su Zappa e lo facciamo insieme per offrire un genere musicale che spazia: dal rock al jazz!
La nostra orchestra di undici elementi richiede fatica, passione e coraggio! Dietro a un concerto c'è un lavoro lunghissimo di preparazione, scrittura e arrangiamento. Inoltre prevede spostamenti sempre molto scomodi dovendo gestire e organizzare gli eventi in base al calendario di ognuno!
Ma alla fine c'è solo bellezza! Quando si suona insieme c'è il contributo di ognuno. E' una comunità che si esprime. Amo l'orchestra più di ogni altra cosa. Ogni tanto vado da solo o in altre combinazioni ma l'orchestra rimane il punto di riferimento principale!.

Foto: Antonello Putignani

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