Hanno chiuso il Fara Music Festival e lo hanno fatto in bellezza e sintonia! Quella che li accompagna nei loro concerti ma anche nella vita di tutti giorni che li vede essere soprattutto amici, oltre che professionisti e colleghi.
Nell'accogliente spazio "into the garden" si sono esibiti lo scorso sabato supportati anche dal tempo che questa volta è stato clemente (l'appuntamento era stato rimandato per via della pioggia!) ma la musica va bene sempre, anche nelle giornate più corte. Il pubblico che ama questo genere di musica sa aspettare e torna per ascoltare con attenzione questi giovani - ma già protagonisti - musicisti jazz! Stiamo parlando della band "Lorenzo Bisogno 4Tet Feat. Massimo Morganti".
Abbiamo incontrato Lorenzo Bisogno - sassofonista e vincitore del Premio Internazionale Massimo Urbani – e lo straordinario pianista Manuel Magrini. Lo abbiamo fatto prima dell'entrata in scena. Non un intervista ma una chiacchierata nella quale hanno dimostrato quello che sono sulla scena: rispettosi delle parti, l'uno inizia quando finisce l'altro, capaci di ascoltarsi suonando e parlando.
Siete mai stati a Farfa?
"E' la prima volta che vediamo il Borgo e l'Abbazia di Farfa e. E' tutto meraviglioso! – lancia una prima esclamazione Lorenzo Bisogno -. Adesso sono curioso di vederla dentro! Ma già l'atmosfera è coinvolgente e anche suggestiva per la musica che facciamo. E' sicuramente una bella cornice per questo tipo di concerti, con un pubblico più raccolto ma sicuramente più attento. Uno scenario intimo che è nelle mie corde."
"D'ispirazione – aggiunge Manuel -. Sicuramente ha delle somiglianze con la nostra terra che è vicino Assisi. Per l'esattezza io vivo a Cannara e Lorenzo a Bastia Umbra. Per me la musica è anche un atto spirituale ossia qualcosa che mette in collegamento le persone, che apre i cuori quindi non c'è luogo migliore di un luogo mistico.
E' ovvio che si può fare musica dappertutto e che il posto è fatto anche dalle persone ma è anche evidente, almeno per me, che quando c'è un luogo come questo anche le persone vengono poste nella condizione migliore e si crea il momento, l'incontro. Anche io incontro Farfa per la prima volta.
Sono stato spesso a Fara durante le scorse edizioni del Festival. Addirittura partecipai al concorso del 2009 mentre facevo gli esami di Sato! Vinsi anche una borsa di studio, mi sembra fosse il 2014 e poi andammo a New York. Però qui è la prima volta ed ero molto curioso di conoscerla perché l'avevo sentita spesso menzionare anche dallo stesso Moccia".
A proposito di belle esperienze, sta per uscire a nome di Lorenzo Bisogno un disco che è già un successo…
"Grazie – risponde Lorenzo. Oggi, infatti, è un anteprima del disco che uscirà prima dell'autunno, registrato dalla Tube Recording Studio di Enrico Moccia. Ma voglio sottolineare l'importanza di questi straordinari amici e musicisti che sono Manuel Magrini al pianoforte, Pietro Paris al contrabbasso, Lorenzo Brilli alla batteria e poi ho coinvolto un grande amico musicista, compositore e trombonista che è il marchigiano Massimo Morganti. Noi quattro siamo tutti umbri. Io e Manuel viviamo vicino ad Assisi mentre Pietro e Lorenzo di Perugia".
Una piccola anticipazione del lavoro?
"Sono per lo più composizioni mie e poi ci sono un paio di arrangiamenti che di altri compositori – continua Lorenzo -. Però è tutta musica originale. E' la prima volta che mi cimento da compositore e quindi spero che siano fruibili. Fino adesso è stato così. Nei concerti che abbiamo fatto c'è stato un bel riscontro da parte del pubblico.
Più suoniamo, più ci diverte e più riusciamo a tirar fuori cose nuove. Lo facciamo insieme. E infatti tra i messaggi c'è senz'altro quello dell'amicizia e del lavoro che nasce proprio dalla nostra fusione. Suoniamo insieme da quando eravamo piccoli, dal Conservatorio, per cui nel disco ma anche nei nostri concerti c'è sicuramente la bellezza di un viaggio insieme, tra amici".
"Di solito è proprio quello che dicono quando ci ascoltano – aggiunge Manuel -. Si sente la forza del gruppo. C'è sintonia, cosa non così scontata. La musica jazz si basa su una grande percentuale di improvvisazione, di ascolto e interazione ma, ripeto, non è così scontata.
Molto spesso c'è una separazione tra il solista e gli accompagnatori. Invece tra di noi c'è una fusione profonda e un grande lavoro di squadra. Se il solista fa bene è perché c'è la squadra sotto che fa il giusto lavoro di supporto e quindi penso che questo sia uno dei valori più importanti del gruppo. Lo dico da pianista che sta un po' in mezzo a tutti e può osservare meglio le dinamiche dell'insieme".
Ritornerete a Farfa?
"Assolutamente sì" rispondono insieme senza stonare. "Sicuramente a partire dalla mattina così facciamo una bella passeggiata per visitare l'Abbazia e scoprire i sentieri limitrofi" conclude Lorenzo.
Foto: Fara Music