Quinto ed ultimo giorno di studio e prove per gli ormai citaredi che dopo questa intensa esperienza non vedono l'ora di riviverla! Oggi sono tutti molto impegnati per l'ensemble di domani che li vedrà accompagnare la Messa dei Vespri a partire dalle 18,30. Quindi li lasciamo concentrati tra momenti di lavoro individuale e collettivo. Aspetto, quest'ultimo, che ritroviamo tra le parole della Maestra Elisa Malatesti con cui abbiamo fatto un'interessante chiacchierata.
Maestra Malatesti, quando e come arriva a Farfa?
Il mio arrivo risale a molti anni fa, almeno nove ed è stato mediato dal Canto gregoriano di cui ogni anno viene proposto ad agosto un corso tenuto dal M. P. Matteo Ferraldeschi e al quale continuo a partecipare. Lavorando stabilmente per la Cattedrale di Pisa sono interessata ad approfondire il discorso della preparazione sul gregoriano e tutto ciò che è la liturgia.
Come nasce l'idea di inserire nella formazione musicale estiva anche il corso di Cetra meglio definito "salterio ad accordi"?
Pensato con la coordinatrice del Canto gregoriano – Roberta Duranti -, lo abbiamo proposto un anno fa. Questa è la seconda edizione. Se continuiamo così per il prossimo anno dovrò farmi fare altre cetre perché il numero dei corsisti sta crescendo così come la bravura che sto testando di giorno in giorno. Ma a prescindere dal luogo, la cetra - essendo uno strumento raro - è sempre una novità. Sicuramente questo tipo di corso a Farfa è una rarità che non si trova altrove perché puntiamo a creare un ensemble. Possiamo definirci dei pionieri.
Nei giorni scorsi abbiamo offerto ai nostri lettori qualche pillola di conoscenza sulla cetra. Può ricapitolare il discorso su questo tipo di strumento musicale?
L'arte della cetra la possiamo essenzialmente spiegare su due fronti: quello tecnico ossia di approccio allo strumento e quello di costruzione di un repertorio. Trattandosi di uno strumento raro non c'è mai stata una base di utenza interessata alla cetra che ha permesso fino adesso di creare delle vere e proprie scuole come nel caso di strumenti più diffusi. Da questa mancanza è nata la necessità da parte dei musicisti di mettere a disposizione le proprie competenze ed esperienze. Nel mio caso, che nasco come cantante ed arpista, ho trovato una mia personale modalità di approccio che trasmetto agli allievi per affrontare lo studio dello strumento sia da un punto di vista tecnico con delle mie proposte sia dal punto che da un punto di vista di costruzione di un repertorio che può essere anche originale.
Perché l'ensemble ossia il lavoro corale è una rarità per la cetra?
La sua vocazione è prettamente intimistica. Nasce per essere suonato da solo per la preghiera e la meditazione di piccoli gruppi o personale. Difficilmente lo si vede al di fuori dei conventi e monasteri proprio perché ha una funzione prettamente religiosa legata non tanto alla liturgia - altrimenti si vedrebbe nelle chiese - ma alla preghiera delle Ore. Per questo motivo l'ensemble è cosa rara e lo stiamo sperimentando con grande entusiasmo da parte di tutti! L'ensemble permette prima di tutto di fare musica d'insieme e quindi di ascoltare gli altri e venire a patti con un'attenzione di tipo diverso; poi consente di condividere una passione perché tutti spinti dalla curiosità di conoscere questo inconsueto strumento.
Qual è la modalità di studio?
Lo studio di questi giorni si suddivide in più missioni: la parte tecnica che non può prescindere; lo studio - legato al proprio livello di conoscenza dello strumento - di pezzi individuali che avviene soprattutto di pomeriggio quando ogni allievo prende lo strumento e si chiude nella cella nata a questo scopo; lo studio dei pezzi che poi verranno orchestrati in ensemble nella sala convegni. Per cui in base alla competenza di ciascuno assegno ad ognuno la parte che andrà a comporre l'orchestrazione finale.
Ha parlato di diversi livelli di conoscenza dello strumento. Chi non conosce la musica può comunque imparare a suonare la Cetra?
Si. Tra di noi ci sono allievi che non conoscono e non sanno leggere la musica ma non è determinante perché l'approccio diretto allo strumento non è necessariamente mediato dalla scrittura musicale. Ci sono infatti tanti metodi di approccio alla tecnica strumentale e vocale che in un primo momento non prevedono l'utilizzo della mediazione della scrittura musicale che verrà dopo.
Non essendoci questa limitazione è plausibile una crescita del numero degli allievi curiosi di imparare a suonare la cetra. Prima ha detto che in tal caso dovrà farsi fare altre cetre. A quale maestro liutaio si rivolge?
Le cetre che stiamo utilizzando le ha realizzate il liutaio milanese 𝗟𝘂𝗰𝗮 𝗣𝗮𝗻𝗲𝘁𝘁𝗶 che è il riferimento italiano di liuteria per questo tipo di strumento. Ne fa anche altri ma è il maggior produttore di Cetre e quindi anche l'artigiano che più di tutti ha avuto modo di perfezionare lo strumento introducendo delle migliorie tecniche, ad esempio le levette, che permettono di azionarlo più facilmente.
Cosa respira all'Abbazia di Farfa?
Grande pace e una grande voglia di fare musica. E di tornare l'anno prossimo. Qui mi sento a casa. Dentro l'Abbazia ma anche nel borgo dove la sera le signore che stanno fuori mi danno una sedia - ormai ne ho una tutta mia! - dove mi metto a chiacchierare. Ogni anno sono qui e ogni anno mi sento accolta.