Presente all'appuntamento per i saluti iniziali Tommaso di Carpegna Falconieri, Presidente della Società Romana di Storia Patria che, oltre ad essere uno tra gli enti patrocinatori dell'evento, affonda le sue radici nell'Abbazia farfense di cui ha pubblicato tutte le principali fonti.
Tra queste il Regesto di Farfa, la prima pubblicazione di ampio respiro della Società Romana (1878-1914). Ma le parole del Presidente di Carpegna viaggiano anche tra i ricordi dei suoi studi legati a Farfa e alla pubblicazione di un suo libro dedicato ai bambini.
"Mi piace ricordare – spiega fuori dalla sala il Presidente di Carpegna - che su Farfa ho scritto un libro per bambini che si chiama 'Ritorno a casa. Il sogno dell'Abbazia di Farfa', fatto diversi anni fa. Mi piace pensarlo perché Farfa è un posto dove ci si può incontrare a qualsiasi età e rimane affascinante sia che si abbiano 70 anni e si facciano gli storici sia che se ne abbiano 7 e si va a conoscere per la prima volta questo posto meraviglioso.
Il mio rapporto con questa terra è di lunga data perché risale ai miei studi ma è anche ricco di fascino perché la considero uno dei luoghi del cuore dell'Italia centrale. Forse uno dei posti più belli. Sicuramente dal punto di vista spirituale e paesaggistico.
La Società Romana di Storia Patria è uno degli enti che ha creato questo convegno e quest'anno ci aspettiamo grandi risultati che dovrebbero modificare alcuni paradigmi e precomprensioni – parola che è stata usata spesso – ossia il modo solito di capire le cose. Noi vorremmo trovare altro".
Cosa?
"Si può condensare in questo modo: ogni generazione racconta la storia in modo diverso. I fatti sono sempre gli stessi, non però i nostri occhi e quindi il nostro modo di interpretare questi fatti nel corso del tempo. Io per esempio nella mia introduzione ho spiegato quanto questi stessi argomenti sullo scontro tra impero e papato si vestissero di una luce completamente diversa alla fine dell'Ottocento, periodo caratterizzato da accesi scontri tra laici e cattolici.
Ebbene queste incomprensioni cambiano nel corso del tempo. La storiografia del XXI secolo che riguarda Worms e dopo Worms vorrebbe in un certo senso unire le molteplici modalità attraverso le quali si conosce oggi il Medioevo. Come è stato detto da Umberto Longo, le storiografie che apparentemente sono lontanissime l'una dall'altra in realtà hanno molti punti di congiunzione.
Uno fra questi è sicuramente lo studio del periodo immediatamente successivo al concordato di Worms, che non va visto soltanto dai crociatisti in un certo modo e dagli studiosi dei comuni in un altro, ma tutti possono effettivamente convergere su alcune domande principali".