"Mozart l'Incompiuto", l'emozione dei coristi nel ricordo di Ernestina!
mag222023

Un lungo applauso da parte del pubblico ha decretato il successo del concerto "Mozart l'Incompiuto" che si è svolto la scorsa domenica nella basilica abbaziale. Un applauso sentito, quello che nasce dopo il compimento dell'opera che, nonostante l'ultima nota, rimane in chi ne è stato il privilegiato testimone.

Un repertorio che ha ripercorso l'intero Requiem in re minore op. K626 del grande compositore, magistralmente interpretato - sotto la direzione del M° Francesco Lupi - da settanta coristi (Coro InCanto di Fara in Sabina diretto da Giorgio Paris, Coro San Francesco d'Assisi di Terni diretto da Maria Cristina Luchetti, Nova Chorale Eretina diretta da Franco Tinto), trenta orchestrali (Orchestra delle Cento Città diretta dal M° Francesco Lupi) e i solisti: Lioutsia Goubaidoullina (soprano), Chiara Guglielmi (contralto), Romolo Tisano (tenore) e Alessio Quaresima Escobar (basso).
 
Ad aprire il concerto, il P. Priore Dom Eugenio Gargiulo che ha ringraziato gli artisti, ricordato come ormai sia una tradizione ospitare le diverse Corali che "vengono ad impreziosire questa nostra abbazia" e augurato alla gremita platea di "godersi quello che sarebbe stato uno splendido spettacolo". Così è stato: intenso, elevato, emozionante.
 
"Per noi coristi è sempre un'emozione cantare il Requiem di Mozart, soprattutto oggi – dichiara il corista nonché Presidente dell'Associazione Musicale Incanto, Marco Esposito -.  Come ho spiegato nella presentazione: è venuta a mancare una nostra carissima amica corista, Ernestina. Insieme a lei abbiamo provato per mesi il Requiem, insieme a lei oggi avremmo voluto cantare come è sempre stato. Comprensibile l'ulteriore emozione. 

Entrando nel merito dell'opera: l'esecuzione soprattutto delle prime sette parti, quelle scritte integralmente da Mozart, significa entrare nella genialità del compositore che ci conduce tra le fughe delle quattro parti – soprani, contralti, tenori e bassi – in un continuo alternarsi di ingressi e accenti. Sembra metaforicamente la rappresentazione della società nella quale ognuno ha il suo ruolo: nel coro tutte le voci hanno una loro dignità che richiede la capacità di spiccare al momento giusto, nel rispetto delle altre.  Lo studio dell'opera ha richiesto un lavoro intenso di equilibri: ascolto dell'altro e degli ingressi per abbassare la propria voce in momenti ben precisi, saper mettere gli accenti affinché si crei totale armonia. Mi piace, dunque, pensare a questo parallelismo con la società che, come la composizione musicale, dovrebbe basarsi sul rispetto. 

Anche gli orchestrali hanno eseguito in modo puntuale l'esecuzione. Siamo agevolati dal fatto che le diverse corali abbiano alle spalle una collaborazione di oltre sette anni. Per cui c'è un affiatamento artistico notevole, oltre che di amicizia. Con i due solisti Romolo Tisano (tenore) e Alessio Quaresima Escobar (basso) abbiamo già cantato insieme diverse opere e quest'anno c'è stato il primo felice incontro con le due meravigliose voci della soprano Lioutsia Goubaidoullina e del contralto Chiara Guglielmi. Che dire? Eccelsi.

A tutto questo si aggiunge la cornice dell'abbazia: sempre squisitamente ospitale e naturalmente bella, musicale, artistica. La sua perfetta acustica agevola il lavoro: l'altezza fa in modo che le note si riverberino nel modo giusto con il suono che si espande, non ristagna. Penso che arrivi anche al pubblico che durante l'ascolto può anche ammirare la bellezza della chiesa abbaziale, dimora di diverse forme di arte".

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