Grande partecipazione e ascolto per la prima presentazione del volume a cura di Elena Onori - "Santa Vittoria. La martire, il culto e le identità territoriali" – che, in occasione dei festeggiamenti in onore della Vergine Vittoria, si è svolta la scorsa domenica presso la Chiesa parrocchiale San Giovanni Evangelista di Monteleone Sabino. Oltre gli studiosi, il cui prezioso contributo si può assaporare tra le pagine del libro edito da Il Formichiere, presenti all'evento anche i sindaci (Fabrizio Crescenzi, Enzo Aureli, Fabrizio Vergari) dei rispettivi territori attraversati dal Convegno itinerante partito nel 2018 (Monteleone Sabino, Pisoniano e Santa Vittoria in Matenano), il Priore Dom Eugenio Gargiulo dell'Abbazia di Farfa, il Presidente della Fondazione Santa Vittoria Vergine e Martire Romana Angelo Paolo Marcari, il parroco di Monteleone Sabino don Sante Paoletti e i relatori (Alessandro Betori, funzionario archeologo SABAP RM-RI; Roberto Lorenzetti, storico e già direttore dell'Archivio di Stato di Rieti; Roberto della Ceca, GATC; Tania Belli, giornalista) che hanno offerto le loro riflessioni sul monumentale lavoro di ricerca interdisciplinare svolto dagli autori (Tersilio Leggio, Sofia Boesch Gajano, Umberto Longo, Monica Ricciardi, Eugenio Susi, Ilaria Biribi, Roberto Bernacchia, Valter Laudadio, Elena Onori, Tommaso Caliò, Paola Elisabetta Simeoni).
Ad aprire la presentazione del Volume dedicato a Santa Vittoria il Presidente della Fondazione, Paolo Marcari, che ha ricordato e ringraziato tutti coloro che hanno sostenuto il progetto legato anche alla valorizzazione del territorio sabino: "Grazie per essere intervenuti così numerosi a questa presentazione del libro su S. Vittoria. Vi porto i saluti del Vescovo che, per altri impegni già presi, non è potuto essere presente. Inizio nel ringraziare Don Sante che ci ha messo a disposizione la casa del Signore. Ringrazio le autorità civili e militari presenti che hanno raccolto il mio invito a partecipare a questa presentazione, i Sindaci di Monteleone, Santa Vittoria in Matenano e Pisoniano.
Un ringraziamento particolare lo rivolgo alla consigliera Regionale On. Emanuela Droghei la quale con grande pazienza, professionalità e competenza ci ha condotti ad ottenere il contributo Regionale per la stampa e la divulgazione del libro che stiamo presentando. Il comandante dei Carabinieri della Stazione di Poggio Moiano e il Comandante dei Carabinieri Forestali sempre della Stazione di Poggio Moiano e il nostro amato comandante dei Carabinieri di Poggio Mirteto dott. Carmelo Ceraolo che noi tutti conosciamo.
Ringrazio il comitato scientifico della Fondazione e il suo Presidente il Reverendissimo Padre Priore dell'Abbazia di Farfa, Dom Eugenio Gargiulo che, con grande professionalità, competenza ha saputo organizzare e programmare il convegno itinerante. Inoltre lo ringrazio a nome di tutta la Fondazione per la sua ospitalità che ci riserva durante gli incontri presso l'Abbazia.
Un sentito ringraziamento lo rivolgo agli autori presenti che con grande professionalità e competenze scientifiche hanno redatto le presentazioni del convegno itinerante poi raccolte in questo volume. Ringrazio le realtà locali che hanno risposto con la loro presenza al mio invito. Infine ringrazio tutti voi che ci onorate con la vostra presenza a questo evento culturale e cultuale".
"Ricordo quando ci fu il primo convegno, nel 2018. In quell'occasione partecipò il mio Sovraintendente di allora Saverio Urciuoli che venne a mancare pochi mesi dopo – spiega il dott. Alessandro Betori -. Desidero iniziare la presentazione ricordando questa persona che ha dimostrato in qualità di funzionario della Sopraintendenza di voler dare, secondo le possibilità, un aiuto al territorio. Così ho interpretato, nel mio piccolo, il ruolo che mi porta qui. Santa Vittoria è anche una figura a me molto vicina sia per motivi di studio sia per esperienze personali che mi hanno portato a scoprire le meraviglie artistiche che caratterizzano i luoghi dove è vivo il suo culto. Ricordo il cofanetto delle reliquie di Santa Vittoria risalente al basso Medioevo, custodito nel bellissimo borgo di Santa Vittoria in Matenano. Reputo il Volume una sorta di piccola enciclopedia sulla Martire e il suo culto che va a compendiare gli studi specialistici e a sostituirne altri. Lo spessore delle indagini svolte dagli autorevoli autori conferisce al libro un posto di rilievo nella bibliografia della Santa".
"Quello che stiamo presentando non è semplicemente un libro: è la sintesi di un operazione complessa – così il dott. Roberto Lorenzetti -. Un convegno che si è svolto in quattro sedi in ognuna delle quali si sono affrontate tematiche diverse mettendo a confronto diverse discipline: dall'archeologia, la geografia, la storia medioevale fino all'antropologia culturale. E tante altre. Per esperienza personale posso dire che quando si fanno operazioni del genere non sempre si riesce a farne una sintesi e così tutto si perde. Faccio quindi i complimenti alla dott.ssa Elena Onori che ha saputo fare questo paziente lavoro di cucitura. Condivido l'approccio interdisciplinare per il quale è sempre molto difficile un lavoro diacronico ossia nel corso del tempo e che sarebbe davvero interessante. Questo è un invito ad andare avanti organizzando nuovi incontri perché le indagini in relazione anche ad altri periodi non si esauriscono mai. Ora è importante divulgare il libro nel mondo scientifico che lo deve assorbire anche per rivedere e rimettere in discussione verità sancite nel passato ma che tali non sono. I saggi sono di notevole robustezza e non entro in merito ai contenuti perché sarebbe troppo lungo il discorso. Complimenti e buon lavoro!".
"Quanto è attuale il martirio di Santa Vittoria? Di questi accadimenti quanti ne troviamo nel nostro quotidiano? – inizia con dei quesiti l'intervento dell'antropologo culturale Roberto della Ceca -. I martiri di oggi sono i femminicidi. E' chiaro che ci sono 1770 anni di tempo e differenze socio-culturali. Tuttavia penso che uno dei compiti dell'antropologia non sia quello di rimanere ancorata ai soli specialisti ma, attraverso lo studio interdisciplinare delle dinamiche del passato, di fornire a tutti gli strumenti per capire il nostro oggi. In relazione a Santa Vittoria pongo attenzione sul suo martirio e quindi al suo assassino Eugenio.
Per meglio far capire, entro in un più ampio quadro: quello della violenza che agita la dinamica dei sacrifici pagani e dei martiri cristiani. L'antropologo francese René Girard ci fa riflettere sulla parola desiderio e mimesis ossia la capacità imitativa. Gli essere umani sono desideranti. Tuttavia, accanto al desiderio, esiste nell'uomo il bisogno di imitare chi è intorno a lui perché attraverso l'alterità riesce a trovare se stesso. Desiderio e mimesis possono diventare una miscela esplosiva. Cosa significa? Girard diceva che esiste un rapporto lineare tra desiderante e oggetto desiderato tuttavia in presenza della mimesis si sviluppa una dinamica che fa diventare il rapporto da lineare a triangolare. Esempi attuali li possiamo cogliere nel campo pubblicitario che attraverso dei modelli – figure che rappresentano un certo status legato alla ricchezza o alla bellezza – inducono ad acquistare l'oggetto. Nel momento in cui questa dinamica imitatoria ci riguarda da vicino e con essa subentra la rivalità, scatta la violenza.
Se questa dinamica la trasportiamo nelle masse, ci rendiamo conto di cosa fosse il capro espiatorio in epoca pagana: l'origine del male che doveva essere sacrificato. Dunque nel pensiero pagano il male era nella vittima. Con la venuta di Gesù Cristo assistiamo ad una vera rivoluzione antropologica perché i Vangeli sanciscono che il male non è nella vittima ma in chi martirizza. C'è un profondo cambio di paradigma. La vicenda di Santa Vittoria e del suo assassino Eugenio esplica quanto detto: la violenza nasce da dinamiche maschili ma anche dal patrimonio che genera mimesis e che diviene violenza nel momento in cui c'è opposizione al desiderio maschile. La Martire non rappresenta più il male secondo la visione pagana ma diventa Santa, colei che imita Gesù Cristo in nome della fede e del bene.
Ritorno ai quesiti iniziali e metto in evidenza quanto queste storie siano utili al nostro oggi, non privo di violenza. Conoscere le dinamiche significa avere maggiore controllo dell'aggressività sia sul piano individuale sia su quello collettivo".
"Ho accolto con grande piacere l'invito del presidente dalla Fondazione Santa Vittoria Paolo Marcari perché considero Monteleone Sabino uno dei luoghi più rappresentativi e significati della Sabina sotto diversi profili: storico, archeologico, naturalistico e spirituale – spiega la giornalista Tania Belli -. Un luogo da scoprire. Conosco l'importanza che voi date a questa giornata dedicata ai festeggiamenti di Santa Vittoria, tutto il lavoro che c'è dietro, l'organizzazione che impegna con orgoglio la comunità. In ragione di questa fede, avete partecipato numerosi anche alla presentazione di questo libro che è una grande ricchezza. Una sorta di figlio di tutti: per chi lo ha realizzato, per chi ci ha creduto e lo ha promosso, ma anche per voi che amate questa Santa e che così potrete conoscere aspetti storico- scientifici che non sono disgiunti dalla fede. Al contrario la rafforzano. Penso che sia il compito di ciascuno di noi aiutare e sostenere la divulgazione di questo Volume. Gli obiettivi si raggiungono insieme: lo hanno dimostrato gli studiosi attraverso un lavoro interdisciplinare coeso e lo possiamo fare noi impegnandoci a far conoscere il Volume "Santa Vittoria. La martire, il culto e le identità territoriali", importante traguardo per tutto il territorio sabino".