All'interno della basilica farfense si trova la salma del Beato Placido Riccardi che è stato rettore del monastero fino al 1915, anno della sua morte avvenuta a S. Paolo Fuori le Mura dove, a causa della sua malattia, è vissuto fino all'ultimo respiro.
Una figura spirituale che ha guidato e illuminato tutti coloro che ha incontrato sul suo cammino scandito da ardente e divina passione. Tra questi anche il cardinale Alfredo Ildefonso Schuster che fu abate della basilica di San Paolo Fuori le Mura e arcivescovo di Milano.
Dopo 23 anni dalla sua morte – nel 1938 – venne effettuata una prima ricognizione della salma e si appurò che nonostante il tempo trascorso la mummificazione naturale non aveva generato una così importante decomposizione del corpo. Nel 1954 venne beatificato a San Pietro e nel 1957 – dopo diverse soste in altre diocesi sabine (Monterotondo Scalo, Passo Corese, Toffia e Fara in Sabina) – venne traslato dall'Abbazia di S. Paolo f.l.m. in Roma all'Abbazia di Santa Maria di Farfa dove ancora oggi lo troviamo all'interno di una teca con il volto e le mani ricoperti di cera che, oltre a garantire una maggiore conservazione, restituisce pienamente i suoi tratti fisionomici. Un volto scarno ma sempre acceso da una luce che ha saputo guidarlo anche nei lunghi anni di sofferenze fisiche. Una guida placida e al contempo forte che ha lasciato un segno nella storia contemporanea dell'Abbazia farfense.
Nel 2007, in occasione del 50° anniversario della traslazione, la comunità benedettina farfense ha organizzato una Peregrinatio le cui foto sono esposte lungo uno dei corridoi che si attraversano durante la visita guidata.
Curiosità: il Beato Placido è stato il prozio di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio a Trastevere, in Roma.
Foto: Terenzio Frigatti