Primo concerto della ricca stagione di eventi primavera –estate, "Un Ponte di Note" della Corale Mirabilis Concentus si terrà il 14 maggio, alle ore 17, nella Sala Schuster. Saranno circa quaranta le voci, dirette dalla Mª Gabriella Gianfagna, che si cimenteranno in un repertorio del secolo passato con brani di grandi autori - come Rossini, Verdi, Mozar – accompagnati da un piccolo gruppo orchestrale con pianoforte, percussioni, violino e il flauto. Una realtà artistica che si esibisce per beneficienza ma con quella professionalità raggiunta in venticinque anni di studio e prove! A Farfa il ricavato andrà a sostegno della Missione in Sri-Lanka della Comunità benedettina farfense.
L'incontro con la direttrice Gabriella Gianfagna ha aperto una porta anche sul tema della cura per il quale l'arte, nello specifico il canto, ha il potere di rigenerare l'essere sia come individuo sia come parte della collettività.
"Quest'anno festeggiamo le nozze d'argento e faremo una bella festa – inizia così la Mª Gianfagna che ripercorre a grandi linee i venticinque anni di umana professionalità -. Molti di loro, la gran parte, hanno iniziato giovanissimi e oggi la media di età è di circa quarantacinque anni. Ma ci sono anche coristi più anziani quindi è più corretto descriverla come una variegata realtà che nonostante il tempo sa rimanere verde con i principi che da sempre la sostengono. Prima ancora della bravura di un artista, ho sempre valutato la sua capacità di rapportarsi umanamente all'altro senza alterare un equilibrio che nel tempo si è stabilito. C'è chi è rimasto e chi naturalmente ha scelto altre strade. Sempre con rispetto. Questo è il nocciolo che ci porta a cantare all'unisono, senza prime donne, con giustizia. Una parola quest'ultima che ha bisogno di sostanza, quella che ognuno nel suo piccolo può concretizzare. Noi lo facciamo con la musica. Sono laureata in giurisprudenza e ho insegnato musica per trent'anni.
Due strade che non sono poi così diverse. Una formazione che mi ha portato a infondere anche negli studenti il parallelismo tra l'articolo 3 della Costituzione italiana che parla del concetto di uguaglianza e il coro nel quale possiamo trovare persone di diverse condizioni sociali – che sappiamo come in questa società siano ampiamente legate alla sfera economica – che si dileguano nel canto per divenire un'unica voce, parità. Dalla mia stessa esperienza personale, decisi a suo tempo di fondare la Corale Mirabilis Concentus e l'Angelicus Concentus che si trovano in due zone diverse di Roma ma che spesso cantano insieme, soprattutto per eventi con ampi spazi.
Da giovane, infatti, studiavo pianoforte: rimanevo nella mia stanza a studiare, andavo a fare gli esami al Conservatorio e sentivo che mi mancava qualcosa. Dopo il diploma in piano forte iniziai a studiare canto e così capii che fino a quel momento ero stata una musicista triste! I pianisti purtroppo non sono abituati a suonare in un orchestra e con il coro iniziai a confrontarmi con gli altri e a fare esperienze che mi hanno aperto un nuovo mondo lasciando cadere quel velo di tristezza. Ho imparato tantissimo dal coro e continuo ad imparare. Anche nei momenti di maggiore dolore, quelli che in un modo o in un altro passiamo tutti, cantare insieme diventa cura, supporto.
Certo, non è una passeggiata perché comunque c'è anche una sorta di "sforzo" nel non chiudersi in se stessi ma, garantisco, alla fine aiuta tanto e diventa un splendida terapia! Il ruolo di direttore è certamente molto impegnativo perché come dicevo all'inizio è necessario proteggere un tessuto nel quale non c'è spazio per protagonismi e al contempo infondere un certo tipo di 'educazione' nel senso più esteso del termine. Ma oggi sono tutti ben collaudati ed eccezionali. Porto un esempio. Sono sempre stata un'appassionata di teatro e, in qualità di diplomata in arte scenica, questa parte è sempre viva nel mio insegnamento. Cosa significa? Quando propongo brani particolari come quelli di Rossini, in particolare dell'opera buffa, come ad esempio "Il Barbiere di Siviglia" o la "Cenerentola", i miei coristi hanno la straordinaria capacità di interpretare i brani con grande maestria. Lo dico con un certo orgoglio perché sento di aver correttamente trasmesso quello che abita in me e che mira a tirar fuori l'espressione dell'essere avvalendosi di diversi strumenti.
Sono momenti di grande aggregazione peraltro condivisi con un gruppo orchestrale, tutti professionisti, che ci accompagnano nei concerti nei quali proponiamo un repertorio sempre molto vario: dalla musica antica e sacra a quella contemporanea. Un scelta nata 25 anni fa per poter arrivare a tutti. Anche la sinergia con l'orchestra richiede particolari competenze per fare gli arrangiamenti e, oltre a me, ho un geniale collaboratore che nella vita fa l'ingegnere ma che da sempre ama e fa musica con peraltro il dono della composizione: si chiama Marco Marsili, divenuto papà da un anno ma che ancora ricordo prossimo al diploma. Ho preso lui come esempio per dire che ci sono rapporti di lunga data, cuciti nel tempo, divenuti profonda amicizia. In generale, anche con i nuovi, condividiamo tutto: gioie e dolori.
Anni fa, quando mi chiesero di dirigere il coro della Siae, avrei potuto trasformare la mia passione in un lavoro. Risposi che non potevo lasciare i miei due cori. Ci ho creduto ed a distanza di tempo posso dire che non mi sono mai pentita. Quindi colgo l'occasione per ringraziarli tutti, uno ad uno. Grazie per l'impegno che ci mettete e che ci state mettendo anche per questo prossimo concerto a Farfa dove già siamo stati nel 2019. Che dire? Un incanto. Il posto, l'accoglienza, una giornata vissuta nella bellezza. Siamo lieti di tornare".