L'ultimo saluto al Padre Priore Dom Eugenio Gargiulo
nov42023

C'è chi è partito da lontano, chi da terre più vicine e chi, nell'impossibilità di affrontare un viaggio, lo scorso giovedì 2 novembre, ha raggiunto con le ali del cuore l'Abbazia di Santa Maria di Farfa, per l'ultimo saluto all'amato Padre Priore Dom Eugenio Gargiulo.

Celebrati dal Vescovo della Diocesi Sabina, Mons. Ernesto Mandara e accompagnati dalla Corale Mompeo-Farfa, i funerali nella basilica abbaziale hanno visto innanzitutto la partecipazione dei familiari, della Comunità benedettina con l'Abate amministratore Dom Mauro Meacci, dei numerosi parroci della Diocesi Sabina, dei rappresentanti della Fondazione di Santa Vittoria, dei sindaci, e di tutti coloro che con amore lo hanno accompagnato negli ultimi dolorosi tratti di vita. Un travaglio segnato dalla malattia che nel suo incedere non ha mai spento la sua luce: sempre accesa per tutti. E tale rimarrà.
 
Riprendendo una frase dal Vangelo – "Quando ti presenti all'altare per offrire il tuo dono" Mons. Mandara chiede e spiega:

"Quale dono offriamo al Signore in questa celebrazione? Offriamo innanzitutto la vita del nostro fratello Dom Eugenio Gargiulo. Cinquantatré anni di vita monastica, di cui 35 vissuti nell'abbazia di Cava dei Tirreni dove ha lasciato un grande ricordo sia come monaco sia come parroco di Dragonea, frazione di Vietri sul Mare, di cui divenne cittadino onorario: ne andava particolarmente fiero. E poi 18 anni vissuti qui a Farfa come Priore e, infine, come parroco. 

Una vita intensa caratterizzata da molteplici incarichi di natura sia pastorale sia culturale; una vita spesa al servizio della millenaria tradizione benedettina. Era molto legato alla sua famiglia religiosa ed ha cercato, soprattutto a Farfa, di promuovere in tutti i modi la vita benedettina. Questo impegno gli va riconosciuto con forza. Infatti, Farfa non è solo un monumento di grandissimo pregio storico, ma è soprattutto un riferimento spirituale per i visitatori e anche in particolare per la diocesi sabina".

"Oggi offriamo al Signore il tratto più impegnativo di questo nostro fratello: il periodo della malattia – continua Mons. Mandara -. Questi mesi di prova possono essere per lui una preziosa commendatizia dell'incontro con Dio. A volte la sofferenza è il passaggio, il crogiolo attraverso cui passa la nostra vita. 

E poi offriamo al signore la nostra preghiera di suffragio alimentata dall'insegnamento di San Benedetto che nella sua Regola parla degli strumenti delle buone opere. E indica alcune attitudini che il credente deve avere: anelare con tutta l'anima alla vita eterna, avere sempre davanti agli occhi il pensiero della morte, e vigilare continuamente sulle proprie azioni".

Come onorare concretamente la memoria di Dom Eugenio Gargiulo?

"Avere a cuore ciò che lui aveva a cuore. Ce lo auguriamo e speriamo che si realizzi per la grazia di Dio" conclude il vescovo Mandara.
 
Durante la celebrazione esequiale, l'attuale Abate amministratore dell'Abbazia farfense e Abate Ordinario di Subiaco – che rimarrà in carica per due anni prima dell'elezione di un superiore definitivo -, Dom Mauro Meacci, ha ricordato il suo incontro con Dom Gargiulo, avvenuto più di quarant'anni fa: nel pieno della sua straordinaria vitalità. 

La malattia ne ha tramutato i tratti fisici, "ma sono certo – sottolinea l'Abate Meacci - che le sofferenze che ha vissuto in questi ultimi mesi avranno ulteriormente purificato la sua anima e adesso spero che possa finalmente cantare l'alleluia nella corte celeste".

Infine, l'Abate Meacci, con la volontà di proseguire l'opera iniziata dal Priore Gargiulo, ha invitato tutti alla collaborazione:

"Collaborazione fra Abbazia e Diocesi, con rispetto dei rispettivi ruoli; collaborazione tra noi monaci, tra le comunità monastiche che in modo tangibile la stanno dando, con le tante persone che in un modo o nell'altro aiutano la comunità monastica a portare avanti questo luogo santo e così bello. 

Celebrare la memoria di Dom Eugenio significa impegnarci a far sì che questa perla della Sabina possa sempre più risplendere non solo per le virtù cristiane ma anche per l'irradiamento culturale che potrà dare. E' un luogo identitario e noi vogliamo conservare questa sua specifica caratterizzazione".

La Comunità benedettina ringrazia tutti per la vicinanza mostrata anche attraverso le parole scritte: testimonianza della bellezza umana e spirituale del nostro caro fratello Dom Eugenio Gargiulo.

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