L'Abbazia di Farfa al Maggio dei Libri di Poggio Mirteto, Tersilio Leggio: "Parleremo di passato e futuro!"
Tre importanti Volumi legati agli studi farfensi – sostenuti e promossi dall'Abbazia di S. Maria di Farfa -saranno presentati la prossima domenica 21, a partire dalle ore 16:00, al Maggio dei Libri 2023 di Poggio Mirteto: "Alle origini del monachesimo in Sabina. Dalla tarda antichità alla fondazione dell'abbazia di Farfa (secc. IV-VI)", a cura di Tersilio Leggio. Roma 2021 (Fonti e studi farfensi, 2); "Il Santuario di S. Michele al Monte Tancia. Approcci interdisciplinari per la conoscenza e la valorizzazione di un luogo di culto millenario", a cura di Tessa Canella – Umberto Longo. Roma 2022 (Fonti e studi farfensi, 3); "Luoghi sacri e storia del territorio. L'Atlante storico dei culti del Reatino e della Sabina", a cura di Sofia Boesch Gajano – Tersilio Leggio – Umberto Longo. Roma 2023 (Fonti e studi farfensi, 4).
Parte di un progetto di studio multidisciplinare teso a capire le storie dei territori che da Farfa arrivano in altri e più lontani Stati, la presentazione dei lavori avrà anche il gusto della novità con una "chicca" interessante e utile a: studiosi, curiosi, istituzioni, enti e tutti coloro che desiderano promuovere un territorio – reatino e sabino – che ha profonde radici. Quelle da cui partire per capire le peculiarità che contraddistinguono i diversi territori presenti in questo più ampio "bacino provinciale" affinché ognuno, con la propria unicità e identità, sappia raccontarsi al mondo. La cultura non è fatta di chiacchiere ma di dati, ricerche, confronti. Di lavoro che può creare lavoro. Intanto leggiamo alcune riflessioni del professor Tersilio Leggio che sarà presente all'appuntamento di domenica. Già tra le righe della sua dichiarazione possiamo cogliere quella visione del futuro che parte dal passato e arriva a nuovi progetti: più smart e digitali! Forse è anche un modo per dare valore e dignità a questa trasformazione socio-culturale che ci vede toccare uno schermo piuttosto che sfogliare un libro?
"In qualità di storico rischio di ripetermi ma è pur vero che nella reiterazione di concetti, che poggiano su dati fondati e rilevanti, i cui significati si sedimentano in chi legge o ascolta. Ritorniamo al nucleo da cui è partita la grande trasformazione della società tardo-romana - dal IV al VI sec. - con l'irrompere del Cristianesimo: dalla sua lenta penetrazione fino al suo consolidarsi attraverso le diocesi per arrivare alla presenza dei monasteri benedettini che possiamo considerare i protagonisti di una nuova impostazione locale. In particolare, nel territorio sabino, sorge l'Abbazia di Farfa le cui origini sono state per molto tempo 'chiacchierate': alcune correnti di carattere storiografico cercavano di anticiparle, altre di posticiparle. Si è poi arrivati a pensare che fosse di età longobarda dell'VIII sec.
La mia posizione è sempre stata diversa e attraverso un lungo e strutturato lavoro teso a cogliere tutti gli elementi – legati anche ad altre discipline – possiamo oggi dire che vi era una presenza monastica di origine orientale nel pieno del VI sec (560-570 d.C). In riferimento a questa datazione posso ricordare che in questo periodo c'è una crisi delle diocesi, scompare Cures e altre realtà vengono travolte. Parallelamente, in una sorta di compensazione, c'è il sorgere del monachesimo che recupera la fiaccola della cristianizzazione e la porta avanti. Nel suo nascere l'Abbazia mostra legami con monaci orientali: attestato dalla presenza di pregevoli affreschi di età bizantina (metà VI sec.) nella grotta del monte S. Martino.
È importante comprendere e quindi rendersi conto di quanto il cambiamento avvenuto tra IV e VI sec. sia stato epocale e fondamentale con un sovvertimento delle classi dirigenti e l'arrivo di nuove popolazioni ( Goti e poi i Longobardi). Quindi in un quadro generale la società viene travolta anche se con accentuazioni diverse a seconda delle condizioni politiche, sociali ed economiche. La Sabina ha anche subito l'influenza della vicina Roma con cui aveva rapporti grazie al fiume Tevere: lo definisco l'autostrada del Sole dell'antichità lungo la quale si trasportavano derrate alimentari dando lustro e importanza al nostro territorio. Non solo via di comunicazione, il Tevere è stato anche una barriera a difesa del territorio. Un fiume che ha giocato un grande ruolo nella Sabina fino all'Ottocento: quando è stata costruita la ferrovia che ha modificato tutti gli assetti socio-economici.
Dunque sulle origini del monachesimo e sulla fondazione dell'Abbazia non ci sono più dubbi. Già questo è un passaggio in avanti per continuare gli studi dei secoli successivi che man mano si fanno più certi perché basati su documenti che arrivano dall'Abbazia (l'opera di Gregorio da Catino ne è un esempio): illuminanti sulla storia del territorio non soltanto sabino ma anche dell'Italia centrale appenninica.
Il volume sul S. Michele al Monte Tancia, curato dai proff. Umberto Longo e Tessa Canella fa un punto importante sugli studi di questo importante santuario in grotta dei monti Sabini, conteso aspramente tra Farfa e la diocesi di Sabina.
Sulla base dei molteplici dati raccolti, abbiamo dato vita al progetto multidisciplinare "Fonti e studi farfensi": interessante a livello metodologico perché è uno dei primi tentativi che mira a unire dati storici a sistemi informatici. A tale scopo è nato anche un sito dedicato –Atlante Storico dei Culti del Reatino e della Sabina (Ascres) – nel quale si possono incrociare dati sui culti presenti nei diversi territori e trovare descrizioni che ne attestano l'antica origine così come le stratificazioni che le comparazioni hanno evidenziato".
Il progetto prosegue perché incardinato alla Sapienza Università di Roma con la gestione del professor Umberto Longo e il coinvolgimento di giovani ricercatori anche attraverso borse di studio. È interessante toccare con mano la fusione di due modi di vedere le cose: quello antico legato allo studio della storia e quello moderno dell'informatica che consente di rendere più fruibili i dati che altrimenti rischierebbero di rimanere confinati nell'alveo degli studiosi. È un approccio comparativo, quello che peraltro sostengo per lo studio di tutti i monasteri nel Lazio che, nonostante le peculiarità di ciascuno, non sono monadi ma realtà interrelate. Infine è un modo di guardare al futuro e di fornire strumenti utili per promuovere il territorio. Insieme alla presentazione dei Volumi, daremo maggiori dettagli sul sito Ascres e le sue potenzialità".