II Domenica di Avvento: "È consolante sapere di avere buoni compagni di viaggio"
dic102023

Quando si intraprende un cammino serio, è sempre particolarmente consolante sapere di avere buoni compagni di viaggio. La strada seppur difficoltosa si fa sicuramente più facile. Questo è certamente vero soprattutto per le esperienze spirituali. Ecco perché vale sempre la pena di fidarsi di quei percorsi collaudati, non solo dal tempo, ma confermati da grandi testimoni che possano garantirci il successo necessario, questi sono la Beata Vergine e i Santi. 

Ecco quindi la bella solennità della concezione della Vergine Maria il giorno 8 dicembre. Si tratta di una rassicurazione a proseguire senza paura il cammino, abbiamo Lei che brilla come faro sicuro in questo continuo rimandarci al già avvenuto e al non ancora in pienezza! Qui l'importanza, ed il senso più profondo dei tempi forti, come l'avvento o la quaresima, o altre ricorrenze festive dell'anno liturgico, che tornano ciclicamente. Quanto è importante tale scadere ritmico della festa - a cominciare dalla settimanale e liberante osservanza dello Shabbath! 

Scriveva B. Forte: " anticipo d'eterno, questo gusto del Sabato atteso e promesso o della Domenica senza tramonto pervade l'esperienza di chi vuol farsi ostaggio dell'eternità nell'inesorabile svolgersi del tempo." Si tratta, per certi aspetti di una realtà rassicurante, che abbiamo ereditato dalla tradizione d'Israele per mai dimenticare! 

A questo proposito scriveva Heschel nel suo agile testo sul Sabato: "L'ebraismo ci insegna a sentirci legati alla santità del tempo, a essere legati a eventi sacri, a consacrare i santuari che emergono dal grandioso corso dell'anno". Lo canteremo anche noi al vespro di Natale, domandando che l'atteso giorno di festa, ripresentandosi nel giro dell'anno, testimoni la gioia di quella divina accondiscendenza: "Hic praesens testatur dies currens per anni circulum". Se parliamo di una redenzione dello stesso tempo dobbiamo riferirlo alla finalità a partire da un principio stabile; La volontà salvifica del nostro Dio. 

A questo punto, non ci basterà mai l'ascolto di quel: berèshit (nel principio)  in Genesi 1,1: "in principio Dio creò i cieli e la terra", ciò che segna l'origine divina del tempo, dello spazio e della storia. Durante l'eucarestia di oggi, di questa II Domenica di avvento 2023, sentiremo - ma si spera non come un deserto che rimbomba - il racconto di un principio che apre la narrazione dell'evangelo di Marco 1,  1-8: "Inizio della buona novella di Gesù Cristo!". Scriveva Standaert: "Archè, rinvia anche a un principio, a un'autorità, a ciò che è in testa e governa tutto ciò che segue. Allora l'autore ci invita a raggiungerlo in quel punto preciso che ormai governa tutto il resto. Come se dicesse: se scrivo e se comincio, è per riprendere il tutto in modo radicale sotto un principio nuovo e più essenziale rispetto tutto ciò che abbiamo conosciuto finora".

Io  penso che vale sempre la pena di ricominciare volta per volta a farsi capaci di questo annunzio di vittoria qual è l'evangelo. Ma questo, come visto, esige una preparazione adeguata, ecco quindi la figura di Giovanni il Battista. Marco lo presenta con tutte le categorie tipiche del profeta ultimo, dal tono della predicazione, all'aspetto e all'abbigliamento fino alla dieta; quelle famose locuste e il miele selvatico che pare fossero alimento ordinario anche degli esseni, una specie di monaci pre-cristiani. Si sono versati fiumi di inchiostro sulle ascendenze esseniche della predicazione del Battista. Con le dovute distinzioni molte cose corrispondono. Innanzitutto e soprattutto la pratica del battesimo, in questo caso però offerto a tutti e non solo ad un gruppo ristretto. 

Con questi brevissimi riferimenti, pare sia più chiaro che per arrivare ai piedi del Signore Gesù ci vuole qualcuno che ci rinfocoli l'ardore della conoscenza. Un desiderio che si deve caricare pure di opere di giustizia. Scrive Cullivier: "Per il Battista, per lo meno quale viene presentato da Marco e dagli altri evangelisti, l'annuncio della venuta del Signore si accompagna a una chiamata personale radicale, indirizzata indistintamente a tutti. Essa suppone la dimensione del giudizio che necessita da parte degli uomini, di conversione e purificazione.". tutto questo nel deserto, sembrerebbe una contraddizione se non ricordiamo ciò che quel luogo significa nella storia d'Israele: è il luogo della memoria e dell'amore, dell'ascolto, della fedeltà, della sete del volto di Dio, e soprattutto luogo dove si prepara l'ottavo giorno. Qui Gesù stesso ci precede nel gesto inaugurante il suo avvento, l'umiltà del suo battesimo.

D. Guglielmo Maria osb

Foto: S. Giovanni Battista che intercede. Icona russa del sec. XVIII.

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