I Domenica di Avvento: "Vegliate perché non sapete quando sarà il momento"
dic32023

"State in guardia, vegliate perché non sapete quando sarà il momento" (Mc.13. 33-37)

Ricominciare.

Eccoci quindi a celebrare la prima domenica di questo avvento, 3 dicembre 2023. Al di là di ogni romantico riferimento natalizio, questo importante tempo liturgico dovrebbe rianimare in ciascun credente un desiderio più profondo di Dio. Non si tratta solo della nascita di Cristo, ma attraverso questo tempo di attesa la Chiesa tende a vivere più intensamente l'attesa del suo fine, cioè l'incontro definitivo con lo sposo. Ancora una volta si fa urgente l'invito del Signore, cosi come ascolteremo durante la proclamazione di parte del capitolo 13 dell'evangelo di Marco. 

Vigilate nella notte, avverte l'evangelo, perché il padrone di casa può tardare, e può tardare veramente a lungo. Penso che ciascuno di noi capisca che Gesù usa spesso delle parabole o similitudini per indicare realtà sempre più grandi come l'importanza dell'attesa. Ritorna in questo brano l'imperativo a vigilare con riferimento preciso alle quattro fasi della notte, secondo il classico computo dell'epoca. Anticamente era usuale, in mancanza di qualsiasi tecnologia moderna, che qualcuno vigilasse per dare alla città addormentata il segnale dell'alba. Sta di fatto che la possibilità di cedere al sonno durante questa attesa è di tutti, l'unico che non prende mai sonno è il custode d'Israele come dice il bellissimo salmo 121. Egli solo è fedele fino in fondo. 

Forse per intendere meglio il pericolo significato da questo torpore, può aiutarci la visione di un celebre capolavoro del Goya (el sueno de la razòn produce monstruos) il sonno della ragione produce mostri. È soprattutto di questo che bisogna avere paura. Quante volte durante i secoli l'umanità ha rinunciato alla ragione, quante volte anche noi cristiani ci siamo spiritualmente addormentati lasciandoci andare, compromettendoci con un'altra storia che non era quella di Dio e dimenticandoci dell'avvento promesso del Signore. Non per nulla durante il riferimento cronologico alle fasi della notte – il canto del gallo soprattutto - tende a farci ricordare che perfino Pietro, in quell'ora precisa tradì Gesù. 

Così possiamo comprendere meglio l'accorato grido del profeta Isaia 63,16-17: "Perché Signore ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti tema?" . Gli effetti della lontananza di Dio dalla vita degli uomini sono purtroppo visibili in ogni tempo, ma negli ultimi anni veramente in maniera drammatica. Abbiamo veramente bisogno di Lui, abbiamo bisogno che venga presto a mostrarci il Suo volto di misericordia! In base alla possibilità che le tenebre possano essere più forti e prolungate del solito ascoltiamo la supplica del Salmo 80: "Pastore d 'Israele , porgi l'orecchio, tu che guidi Giuseppe come un gregge, tu che assiso si cherubini rifulgi". 

A tale proposito scriveva Ravasi: "L'appellativo (pastore) non è solo espressione della cultura medio-orientale di stampo nomadico, me è soprattutto un rimando alla teologia dell'esodo, alle peregrinazioni nel deserto, alla guida divina". Ecco chi aspettiamo al di là di un commovente presepio, attendiamo con ansia che il Signore torni ad essere la guida della nostra esistenza. L'avvento vuole farci ritrovare il profondo significato della nostra attesa nel tempo. Il salmista continua come un ritornello ad invocare e noi insieme a lui: "Dio degli eserciti, rialzaci, fa brillare il tuo volto perché noi siamo salvi!". 

Si tratta di sconfiggere le tenebre con la luce di un volto tanto desiderato. Nello specifico della spiritualità monastica benedettina che ha al centro della sua stessa esistenza l'attesa di Cristo scriveva Enzo Bianchi: "Nel Prologo della sua Regola Benedetto fa un avvertimento chiedendo a ogni monaco una vigilanza, un'attenzione, un vero e proprio stato di allerta per poter procedere nella vita spirituale. Benedetto dice: "è ormai ora di svegliarci dal sonno, e poi ci invita: " aperti gli occhi alla luce divina, ascoltiamo la divina voce che chiama ogni giorno: " se voi ascoltate oggi la mia voce, non indurite il vostro cuore! È un invito grande, solenne, che viene fatto a ciascuno di noi, quasi a dirci che ogni giorno noi possiamo ricominciare! "

 D. Guglielmo Maria osb

Orari delle SS. Messe:

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