Da Monterotondo a Farfa, gli studenti dell'Istituto Buozzi al laboratorio di scrittura medievale!
mag312023

Un'esperienza indimenticabile sia per le insegnanti sia per i piccoli studenti delle classi IV E e IV F dell'Istituto Comprensivo Buozzi di Monterotondo, che hanno partecipato al laboratorio di scrittura medievale nella sala lettura della biblioteca del Monumento Nazionale di Farfa. Un laboratorio pratico e creativo che li ha messi all'opera dopo la visita guidata tra gli antichi manoscritti con la voce dell'esperto Claudio Piccionne

Un momento iniziale sospeso tra il dubbio e l'incertezza, ha poi aperto la strada all'applicazione che li ha portati a scrivere il loro nome a caratteri medievali sul foglio di pergamena. Nessuno li ha aiutati. Maria Rita ha spiegato loro tutti i passaggi, e ognuno a modo suo ha creato un piccolo capolavoro. Le insegnanti - Stefania Ferroni, Tiziana Marino, Clelia Tempera, Teresa Contaldo e Debora Pepe – hanno osservato ed evidenziato il valore educativo del laboratorio che fa riscoprire o anche scoprire il valore della scrittura manuale.

"Già quando siamo arrivati ci siamo sentiti accolti da questo luogo di incredibile fascino che ha incuriosito molto gli alunni non abituati a vedere borghi così particolari, direi unici – spiega la docente Stefania Ferroni -. Sia io che le colleghe reputiamo questo laboratorio interessante e diverso dal solito: un'attività significativa per i bambini perché hanno riscoperto o scoperto addirittura una manualità che va perdendosi insieme all'importanza che un tempo si dava all'estetica della scrittura. Con le nuove tecnologie, infatti, i bambini si cimentano poco nella scrittura, spesso limitata al solo lavoro scolastico. 

È un'attività che favorisce la concentrazione affinché ci sia precisione nell'esecuzione e che fa apprezzare la dimensione temporale: ossia il fatto di avere tanto tempo per poter scrivere anche una cosa semplice come il proprio nome. I bambini hanno risposto con interesse e attenzione già durante l'iniziale visita guidata nella biblioteca, dove hanno osservato i manoscritti facendo domande molto pertinenti. Stanno partecipando con impegno, entusiasmo e curiosità, per poter portare a casa la pergamena che sarà il ricordo di questa esperienza. Anche a nome delle colleghe ringraziamo la signora Maria Rita che ha saputo coinvolgere e interessare i bambini con straordinaria professionalità, e il signor Claudio che ci ha accompagnato nella visita guida con spiegazioni dettagliate ma anche di facile comprensione per i piccoli. Sicuramente porteremo la nostra esperienza alle nostre colleghe e torneremo con altre classi".
 
Erano tanti i bimbi e le bimbe che hanno riempito la sala della biblioteca. Voci, mani, teste chine o assorte nelle loro riflessioni sempre argute.

"Mi è piaciuta molto questa esperienza perché mi ha fatto capire come nell'antichità, nel medioevo, funzionavano le cose – racconta l'alunno Francesco Angelini -. Mi è piaciuto perché è come fare un salto nel passato: scrivere come scrivevano i frati nel medioevo. È stato bello sapere qualcosa in più sulla storia dell'Italia e di Farfa. Mentre scrivevo capivo quanto fosse difficile e quanto impegno ci mettevano per realizzare questi libri. Nell'antichità scrivere era molto più difficile rispetto a oggi: con il computer quando si scrive una parola sbagliata compare in basso una lineetta rossa che segnala l'errore e ti corregge. Prima non si poteva fare questa cosa e se sbagliavi dovevi cominciare tutto da capo: era una questione di concentrazione e di molto impegno.

Preferisco come scrivevano prima perché è una cosa fatta da te e non da un intelligenza artificiale che ti corregge. Mi è piaciuta molto questa esperienza, perché quando scrivi anche una sola lettera è una cosa unica e originale, invece sul tablet o sul cellulare lo possono fare tutti. Già mi piaceva scrivere. Sono ispirato anche da mia zia che scrive delle storie: voglio diventare uno scrittore o un architetto spaziale".

 "All'inizio questo laboratorio non lo volevo fare perché pensavo di non farcela, però piano piano capendo bene ci sono riuscita – spiega orgogliosa l'alunna Ginevra Luciani -. Mi è piaciuto molto perché puoi esprimere la tua personalità, puoi arricchire il foglio e puoi capire il lavoro che hanno fatto molto tempo fa. Sono tornata nella storia. Durante la spiegazione ho visto molti manoscritti e ho pensato: 'Che belli!'. Scrivendo ho capito la difficoltà e il gran lavoro. Mi piace scrivere e preferisco utilizzare la penna perché la tastiera mi risulta difficile: devi trovare le lettere che sono distanti tra loro, non sono in fila, mentre se scrivi semplicemente scrivi, senza cercare le parole! Il lavoro lo porterò a casa e spero che mamma compri la cornice per appenderlo!".

 "All'inizio pensavo che fare questo laboratorio era difficilissimo e dopo ho capito che era facile e bellissimo scrivere così! – così l'alunna Sofia Capobianco -. Mi è piacito tornare nella storia con la scrittura e mettere in pratica quello che avevo visto prima durante la visita. Questa scrittura tira fuori anche la mia creatività come quando disegno. Oggi abbiamo conosciuto anche gli strumenti che utilizzavano gli amanuensi: il calamaio e l'inchiostro. Non li conoscevo: ho imparato qualcosa in più. Mi piace più scrivere che digitare i tasti della tastiera o del cellulare".

Che dire? I bambini, così come gli anziani, rimangono il più grande e prezioso patrimonio artistico da tutelare. L'abbazia lo fa con i suoi strumenti: antichi ma sempre validi!
 
 
 
 

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