(di Stefano Simonetti) Sabato 25 febbraio, nell'ambito della Catechesi rivolta ai genitori, Padre Gerald Cadieres mi ha incaricato di affrontare il tema "È possibile vivere la Quaresima in famiglia?". Quattro i punti da approfondire: il significato della parola "Quaresima"; come coinvolgere i figli nel digiuno e astinenza e come educarli a essere caritatevoli, il tutto con l'esempio da parte degli adulti.
[justify]Nel primo punto, ho messo in evidenza la sacralità del numero 40 nella Bibbia, sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento. Nel Vecchio Testamento: il diluvio universale durato 40 gg.; l'esodo dall'Egitto verso la Terra Promessa protrattosi 40 anni, circa 1250 anni prima di Cristo; la permanenza di Mosè sul Monte Sinai quando il Signore gli rivelò i Dieci Comandamenti; i 40 giorni trascorsi dal Profeta Elia – vissuto circa cinque secoli dopo l'esodo degli Ebrei dall'Egitto – sull'Oreb, la Montagna Santa dove Dio gli manifestò, nel mormorio di una brezza leggera, la sua Gloria e la missione che il Profeta avrebbe dovuto compiere; la durata di 40 giorni della violenza perpetrata dal soldato gigante filisteo Golia finché il giovane pastore Davide non lo uccise armato di una semplice fionda, mille anni prima di Cristo, azione che simboleggia la fede e il coraggio che trionfano sulla bruta violenza.[/justify]
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[justify]Nel Nuovo Testamento: i Vangeli di Luca, Marco, Matteo - tranne quello di Giovanni – ci raccontano che Gesù, dopo aver ricevuto il battesimo da Giovanni detto il Battista, trascorse 40 giorni di digiuno nel deserto dove venne tentato da Satana, vincendo il male con il bene; dopo la Resurrezione, per 40 giorni prima della sua Ascensione, Gesù Cristo si mostrò agli apostoli, ai discepoli, a Maria Maddalena, ad un'altra Maria presso la sua tomba vuota. In questo arco di tempo, famoso l'incontro sulla strada per Emmaus, dove Gesù cenò con i suoi discepoli per convincerli della sua reale resurrezione in carne e ossa. Durante la cena, allo spezzare del pane, lo riconobbero. In tutti questi casi avvenuti dopo la resurrezione, non si trattò di semplici "visioni" ma di un'esperienza unica che gli Apostoli ebbero con il Cristo risorto. [/justify]
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[justify]Prima di affrontare gli altri punti della catechesi, abbiamo letto la pagina del vangelo di Luca (cap.24 vv.14-35) con la dettagliata narrazione del viaggio verso Emmaus del discepolo Cleofa con un altro discepolo quando incontrano il Signore. Lettura che emoziona sempre per la sua freschezza narrativa e per far provare a tutte le generazioni di cristiani, che si sono accostati ai Vangeli nel corso di duemila anni, la sorpresa e la gioia di quegli uomini che hanno avuto il dono unico di quell'incontro. Quanti artisti hanno cercato di fissare, nelle loro opere, gli istanti di quell'episodio! Un esempio per tutti Caravaggio, che immortala la Cena in Emmaus in un dipinto databile al 1601-1602, conservato nella National Gallery di Londra.[/justify]
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[justify]Negli altri punti della Catechesi - come vivere la Quaresima in famiglia, coinvolgendo i figli nel digiuno e astinenza e come educarli a essere caritatevoli, il tutto con l'esempio da parte degli adulti – ho sottolineato i due binari su cui, secondo me, deve correre la vita di una persona, di una comunità, nel nostro caso la famiglia: un binario è il buon esempio costruttivo che nasce dalle nostre convinzioni e scelte personali ( i Latini affermavano "verba movent, exempla trahunt" cioè "le parole scuotono, gli esempi invece trascinano"), l'altro binario è dare un senso alla propria vita. [/justify]
[justify]Questi due binari, queste due direttrici devono essere costruite dai genitori con il tempo, giorno dopo giorno, con il dialogo, con l'ascolto di quanto ci comunicano i figli e con l'esempio. Purtroppo oggi si è diffuso il modello del supermercato nelle nostre case: entro e prendo quello che mi serve. Le nostre abitazioni trasformate in locande dove si mangia, si dorme e ognuno chiuso nella propria camera si relaziona con la propria Tv o il proprio tablet. In questa dinamica consumistica si spezza l'anello che collega le varie generazioni e il patrimonio di valori religiosi e ideali da trasmettere.[/justify]
[justify]Durante le due ore di catechesi, le signore Anna Lisa Delli Noci, Caterina Marulli e i tre bambini del primo anno della Cresima (Alessio, Emma, Erica) hanno sottolineato l'importanza della "rinuncia al superfluo" come fattore educativo sia per il singolo che per la famiglia o una comunità: la rinuncia all'uso esagerato del cellulare, al cibo voluttuario, allo sperpero di denaro familiare nei "Gratta e Vinci", al gioco spasmodico con le play station. [/justify]
[justify]Tutte le ore risparmiate in attività non necessarie potrebbero essere utilizzate per migliorare come persone, come genitori, come figli, cercando di trascorrere più tempo insieme ai propri cari; oppure dedicando dei momenti alla propria formazione e benessere culturale con la lettura, spirituale con la preghiera, anche benessere fisico, con sport di gruppo per relazionarsi con il prossimo perché si cresce insieme agli altri.[/justify]
[justify]Il massimo è dedicare il tempo a far del bene con attività legate al volontariato, anche con un vicino o un anziano bisognoso di una mano, come fargli la spesa. La signora Caterina Marulli ha fatto l'esempio delle "Banche del Tempo", gruppi informali o costituite in associazioni, in cui le persone scambiano un "tempo" donato e ricevuto, dove il valore dello scambio è calcolato in ore e prescinde il valore di mercato e dalla tipologia della prestazione offerta o ricevuta. In una BdT si promuove lo scambio reciproco, su un piano di parità e reciprocità. [/justify]
[justify]Alla base della formazione, della crescita, delle scelte di una persona, della trasmissione della fede, dei valori, degli ideali ci sono i due genitori e, aggiungo, i nonni. Non si possono delegare soltanto altre "agenzie educative", come la Parrocchia e l'Istituzione Scolastica, nella formazione dei bambini, degli adolescenti. La Chiesa e la Scuola hanno un ruolo importante ma prima di tutto ci sono le mamme e i papà.[/justify]
[justify]Ricordiamo che la famiglia è stata definita dal Concilio Vaticano II "Chiesa domestica": "/…/la famiglia, nella quale nascono i nuovi cittadini della società umana, i quali per la grazia dello Spirito Santo diventano col battesimo figli di Dio e perpetuano attraverso i secoli il suo popolo. In questa che si potrebbe chiamare Chiesa domestica, i genitori devono essere per i loro figli i primi maestri della fede e secondare la vocazione propria di ognuno, quella sacra in modo speciale". Dalla Costituzione dogmatica "Lumen Gentium", n. 11, 21 novembre 1964).[/justify]
[justify]La Quaresima, pertanto, rientra nella formazione religiosa, morale con risvolti civili, di una persona e della sua famiglia d'appartenenza. Ci sollecita attraverso la "cultura del digiuno" a essere sobri ed essenziali. Per i cristiani di ogni tempo, il digiuno è inteso come astensione dal cibo e da altri piaceri mondani per avvicinarci a Dio e a chi è meno fortunato di noi e ha fame. Attraverso il digiuno quaresimale diventiamo più riconoscenti nei confronti di quanto Dio ci ha dato. [/justify]
[justify]Questo incontro - denso di tante cose e propositivo per noi adulti e per i bambini - si è concluso alle 17:30 con il Salve Regina, preghiera scelta dalle signore Anna Lisa e Caterina.[/justify]
[justify]Foto: Angela Longobucco[/justify]
[justify]Foto (Cena in Emmaus): Wikipedia[/justify]