Beato Placido Riccardi: monaco, sacerdote e rettore di Farfa
mar152024

"...È difficile il descrivere chi visse sempre nascosto. All'esteriore, don Placido studiava gelosamente d'occultarsi, mostrandosi a bello studio siccome uomo di corto ingegno, povero di spirito e virtù. Egli incarnava l' ama nesciri dell'imitazione di Cristo, onde non conseguì gradi né uffici importanti...il segreto della sua santità consisteva, dunque, tutto nella sua intensa vita interiore, la quale in massima parte sfugge al controllo degli uomini. All'esterno, don Placido, umile, assiduo nella preghiera, studioso di non accordare mai alla natura alcun sollievo innocente ma punto necessario, ci appariva solo come una fedele immagine del Crocifisso, nella cui meditazione, infatti, egli trascorreva quasi tutto il dì e buona parte della notte ... " (A. Ildefonso Schuster).

 
Cenni storici: Nacque a Trevi in Umbria il 24 giugno 1844 e fu battezzato con il nome di Tommaso. A Roma frequentò il corso di filosofia, nell'anno accademico 1865-66 presso i domenicani alla Minerva. Dopo un pio pellegrinaggio al Santuario di Loreto e dopo un corso di Esercizi spirituali, decise di entrare come postulante nell'Abbazia benedettina di S. Paolo fuori le Mura a Roma il 12 novembre 1866. Fece la professione religiosa il 19 gennaio 1868 prendendo il nome di Placido.

Era da poco stato ordinato Diacono, quando il 5 novembre 1870 fu arrestato, imprigionato e condannato per non aver fatto il servizio militare e quasi fosse un disertore, il 24 dicembre dello stesso anno fu liberato e inviato a Livorno presso il 57° reggimento di fanteria.

Fu riformato a Pisa l'anno seguente e poté così ritornare al monastero dove il 25 marzo ricevé l'ordinazione sacerdotale. Nel 1884 ebbe l'incarico come vicario presso il monastero benedettino delle monache di s. Magno in Amelia dove si distinse per il fervore che seppe infondere, nell'illuminare le menti e nel difendere la disciplina monastica.

Dieci anni dopo fu mandato come rettore nel monastero di Farfa in Sabina, dove stette ininterrottamente per 20 anni con una vita d'intensa preghiera e zelo apostolico per le popolazioni vicine. Fu colpito da una paralisi e quindi trasportato di nuovo a s. Paolo fuori le Mura dove il 15 marzo 1915 rendeva l'anima a Dio, monaco fedele alla sua consacrazione.

Pio XII, il 5 dicembre 1954 lo beatificò in s. Pietro a Roma.