Quest'anno l'ultima Domenica di Avvento e la vigilia di Natale sono capitati in unico giorno, e così è stato anche per la vigilia del capodanno. Di tanto in tanto si ripete il computo della prima settimana giovannea - come ascoltato durante la III domenica di Avvento - il Cristo annunciato dal Battista si presenta al Giordano il giorno dopo!
Quindi ci siamo, i nostri piedi si fermano alla vigilia di questa desiderata festa come gli antichi pellegrini di fronte a Gerusalemme. Sarebbe veramente bello andare incontro ad un così grande evento d'amore quale la prima venuta di Gesù nella storia, con la stessa meraviglia e incanto con cui i pellegrini di un tempo si ponevano estasiati di fronte alla città santa.
Contemplavano attoniti, quasi non credendo ai loro occhi, il luogo della presenza, il tempio di Davide e Salomone il luogo dell'arca santa, il motivo del loro cammino. Per un attimo anche i canti di gioia si fermavano, il silenzio adorante era, ed è, l'unico possibile atteggiamento da tenere di fronte a tanta bellezza.
La prima lettura del capitolo 7 del 2 Libro di Samuele è la chiave del mistero. Di fronte al desiderio di Davide che vuole costruire una casa per il Signore, dopo aver trasportato L'arca dell'alleanza come narrato al capitolo precedente, si oppone l'ironica risposta-domanda del Signore: "tu vuoi costruire una casa a me?".
Potremmo continuare interpretando noi il pensiero dell'Altissimo – sia concesso questo ardire – quando di fronte alla visione della Divina Maternità di Maria, al principio del nuovo anno, percepiamo come nostro il compiacimento del Signore, come se dicesse: "la casa me la sono scelta e costruita io dal Principio, e più bella di questa non c'è!".
Scriveva Evdokìmov: "Al vertice sta la bellezza della Teotòkos, Madre di Dio e perciò Madre di tutti gli uomini, la nuova Eva-Vita. Luogo privilegiato dello Spirito di Bellezza, del quale l'icona [immagine] soltanto, ancora una volta, può fare intravedere il mistero. "Occorreva – scrive Palamas - che colei che avrebbe partorito il più bello tra i figli dell'uomo, fosse lei stessa di una meravigliosa bellezza".
Se parliamo così abbondantemente di bellezza, ovviamente non si tratta di quella passeggera che oggi tutti ricercano e adorano. Piuttosto si tratta di quella perfezione luminosa che quantifica la creazione stessa dal suo principio al suo fine. Perché Dio ci concede con amore, di partecipare alla sua bellezza se ci disponiamo a fare la sua volontà.
Quando l'evangelista Luca narra della visitazione di Maria ad Elisabetta al cap.1,39-56, lo fa modellando il racconto in base a quello del trasporto dell'Arca da parte di Davide il re, nel cap.6,2-16 del libro di Samuele, già citato. Di fronte a Lei Elisabetta dopo aver percepito il segno profetico del piccolo Giovanni che sussulta nel suo grembo, saluta la Vergine dicendo: "a che devo che la madre del mio Signore venga a me?", sono praticamente le stesse parole di Davide: "come potrà venire da me l'arca del Signore?".
Tanto stupore rimanda certamente al valore spirituale di quell'importante elemento del culto ebraico, che voleva essere il luogo della presenza! Così capita a noi oggi, di fronte alla visione di Maria di Nazareth che sostiene sulle sue ginocchia il Signore Gesù.
Proprio qui, a Farfa, contemplando la bellissima Vergine che da 15 secoli regna su questo lembo benedetto di terra, abbiamo un segno rivelativo. Immersa in tanta profusione di decori dorati – come tutta d'oro era l'arca - emerge il volto del Bambino, della Madre e dei Cherubini custodi e testimoni dell'evento pittoricamente narrato in questa icona.
A questo punto non ci resta che affidare a Lei le prime ore di questo nuovo anno 2024, chiedendogli accoratamente di tenerci ancora e per sempre: Sub tuum praesidium! Cioè sotto la tua protezione o Maria.
D. Gugliemo Maria osb