“San Benedetto e la vita familiare”di D. Massimo Lapponi, Benedettino dell’Abbazia di Farfa
  • 18/01/2010

Un libro di grande attualità rivolto alle famiglie moderne: "San Benedetto e la vita familiare" di D. Massimo Lapponi, Benedettino dell’Abbazia di Farfa

Nella sua Regola S. Benedetto non fa voli mistici, ma si propone di ordinare una comunità alla luce della saggezza umana e cristiana, perché la vita dell’uomo si svolge generalmente in una comunità e se la comunità vive male, anche il singolo è costretto ad adattarsi a vivere male. Ma non c’è una comunità fondamentale per la vita dell’uomo che oggi attraversa una profonda crisi, dalla quale non sa come uscire? Naturalmente parlo della famiglia. E non potrebbe proprio la Regola di S. Benedetto rivelarsi la via migliore per la salvezza della famiglia moderna?
Da queste riflessioni, quasi senza volerlo, è scaturito il mio volume San Benedetto e la vita familiare, pubblicato dalla Libreria Editrice Fiorentina, in cui il progetto di applicare gli insegnamenti della Regola Benedettina alla vita di una famiglia moderna è ampiamente e dettagliatamente illustrato.
Il volume è diviso in tre parti: nella prima vengono riportati brani di una corrispondenze dell’autore con alcune persone, religiose e laiche, in cui si incomincia ad intravedere il progetto nascente. Alla corrispondenza sono affiancate alcune pagine, tratte da un’opera dimenticata dei primi del ’900, dalla cui lettura meditata è scaturita la prima ispirazione del progetto. Nella seconda parte, che è anche la più ampia, vi è l’esposizione dettagliata del programma di applicazione degli insegnamenti della Regola alla vita familiare. Infine nella terza parte - l’appendice - viene riportata una riflessione, risalente a diversi anni fa, in cui si suggerisce il modo di convogliare il precoce senso critico del fanciullo e del giovane moderno nella difesa della famiglia e di ciò che essa gli ha trasmesso, anziché contro di essa, come purtroppo invece oggi spesso avviene.
Nella parte centrale del libro si svolgono riflessioni sul lavoro domestico, professionale e artistico-artigianale, sul riposo, sui pasti, sul vestiario, sulle assenze, sugli ambienti, gi arredi, gli strumenti, l’ordinamento dell’abitazione, e quindi sul luogo di culto, la biblioteca, la stanza di lavoro, gli ornamenti sacri e profani. Poi si affrontano gli aspetti più interiori: la preghiera comune e personale, la carità all’intero e all’esterno della famiglia, il dialogo fraterno, la lettura, lo studio, la musica, lo svago. Infine si invita la famiglia a intrattenere un rapporto stabile con un monastero benedettino, maschile o femminile.
L’anima di tutta la trattazione è la critica al moderno individualismo anarchico, e perciò il richiamo a riportare nell’ambito di una vita comunitaria regolamentata dalla saggezza umana e cristiana benedettina le attività, le espressioni, i sentimenti dei membri della famiglia. Per ottenere questo si indica come deve essere organizzata concretamente una casa e le attività che vi si svolgono affinché nessuno sia abbandonato a se stesso, materialmente o spiritualmente, e nessuno si senta svincolato dalla responsabilità della vita comune. Così il lavoro domestico non deve gravare esclusivamente sulla madre di famiglia, ma, come insegna S. Benedetto, deve essere caritatevolmente distribuito tra tutti. Analogamente la vita spirituale deve essere condivisa con la preghiera comune - che va curata negli orari e nella scelta anche estetica dei testi e dei canti -, con l’eliminazione della televisione accesa durante i pasti, con momenti di dialogo fraterno, specialmente la sera - ciò che implica ancora una drastica diminuzione dell’impero assoluto della televisione e dell’elettronica in genere -, con una regolamentazione degli orari, delle assenze, del vestiario, delle pubblicazioni ammesse nella casa, del genere di arte figurativa, letteraria o musicale da accogliere e da coltivare.
Il programma risulta certamente impegnativo e contro corrente. Ma cosa si può mai fare di valido e di costruttivo che non sia impegnativo e contro corrente?
Una vita di famiglia ispirata alla Regola di S. Benedetto