Attività spirituale e culturale nell’Abbazia: relazione sull'incontro del 18 aprile 2010
  • 27/04/2010

La mattina di domenica 18 aprile ci sono stati alcuni momenti di “panico”. Mentre pochi giorni prima il numero dei partecipanti risultava intorno alla cinquantina, in seguito a diverse disdette, la cifra era scesa a 42, più altri 2 attesi per il pomeriggio. Ma la mattina del 18, poco prima dell’inizio dell’incontro, giungevano una dopo l’altra ben 8 defezioni, per lo più per improvvise malattie dei bambini. Avverti in fretta la cucina, dove già incomincia a serpeggiare il malumore. Quando poi a poco a poco si radunano i partecipanti la situazione si rovescia: 7 presenze non previste. Avverti di nuovo la cucina - fortunatamente attraverso il citofono non passano i corpi contundenti! Insomma alla fine le presenze risultavano 41 la mattina più 2 nel pomeriggio.
Come previsto dal programma, dopo la messa delle ore 11,00 tutti si sono radunati in Biblioteca, dove il P. Priore ha fatto un breve discorso di accoglienza, in cui, senza formalità e con spirito molto familiare, ha auspicato che l’iniziativa possa portare copiosi frutti attraverso la collaborazione tra il monastero e le famiglie che desiderano ispirarsi agli insegnamenti di S. Benedetto.
Allontanatosi il P. Priore, i numerosi bambini sono stati accompagnati nella cosiddetta “Biblioteca parrocchiale”- luogo veramente molto suggestivo -, dove …, …, … e … li hanno intrattenuti in attività adatte alla loro età.
Gli adulti sono rimasti con D. Massimo, il quale questa volta si era preparato una traccia per non dover improvvisare il suo intervento. C’erano diverse presenze nuove e perciò bisognava riprendere un po’ il filo del discorso, cercando nello stesso tempo di ampliare e di sviluppare in modo nuovo le prospettive già precedentemente illustrate.
Riportiamo qui la prima parte della traccia preparata in precedenza.
Si propone un cambiamento di stile di vita. Probabilmente per molti, almeno all’inizio, questo cambiamento non potrà attuarsi integralmente e bisognerà fare qualche “compromesso” - ma, come mi è stato ricordato da qualcuno di voi, un maestro di vita osservava che nel vocabolo “compromesso” è racchiusa nascostamente la parola “promessa”.
Come ho già detto in precedenza, uno degli obiettivi più tangibili del cambiamento che si propone è di riportare la famiglia a vivere insieme nella propria casa, diminuendo in grande misura le attività esterne, che attualmente assorbiscono il meglio delle energie dei membri della comunità familiare.
Tento di fare una breve descrizione della situazione attuale, distinguendo quattro ambiti.
1. La scuola. E’ indirizzata per prima cosa ad una formazione di base, poi ad una cultura generale, che può avere vari indirizzi e che oggi a giudizio di molti può essere anche fuorviante, infine ad una specializzazione in vista di un lavoro retribuito. In tutte queste fasi della formazione domina quasi sempre l’aspetto mentale, a scapito dell’attività manuale e della formazione del cuore e della volontà.
2. La religione. Per lo più ci si limita al catechismo in vista dei sacramenti, anche qui con una forte accentuazione dell’aspetto mentale. Per alcuni restano significative le funzioni religiose in chiesa e a volte le attività caritative di gruppo.
3. Attività extra-scolastiche dei minori. Dominano piscina, sport, danza, palestra, lingue e simili. A quale scopo? Soprattutto per tenere i figli impegnati mentre i genitori sono occupati fuori casa e per tentare così di allontanarli dai pericoli.
4. Lavoro professionale dei genitori. Lo scopo è prevalentemente economico e di valorizzazione delle proprie capacità naturali o acquisite e dei propri titoli di studio.
Cosa rimane per la cura della vita della famiglia e per la casa? Quale investimento di tempo, di cura educativa, di energia, di passione si attua per questi scopi? Mi sembra che si possa rispondere: senz’altro troppo poco - e non sono il solo a pensarlo.
Risultato: la vita familiare e la cura della casa sono lasciate all’improvvisazione e spesso richiedono spese aggiuntive di personale, di iscrizione a piscine, palestre etc., di materiali sportivi, mentre l’educazione dei figli in misura assai larga è delegata. A chi?
Proviamo ora ad inventarci una piccola-grande rivoluzione, sapendo che richiederà grande impegno, potrà sembrare utopistica e probabilmente molti, almeno all’inizio, come si è detto, potranno realizzarla soltanto in parte. Ma ricordiamo che senza impegno non si fa niente di buono nella vita. E quanto impegno mettiamo in cose per cui non ne varrebbe neanche la pena, come invece - a quanto credo - ne vale per questo! Ricordo poi quanto ho detto prima sul “compromesso” e sul suo grande valore.
Anche qui procediamo con ordine.
1. Scuola e attività extra-scolastiche dell’età formativa. Non si può certamente non prendere in considerazione la scuola d’obbligo, ma si dovrebbe anche inventare il modo di influire su di essa. E’ un argomento che per il momento tralascio. Dobbiamo però puntare ad ottenere che, nell’età formativa, i minori acquisiscano le qualità umane necessarie non per affrontare gli esami scolastici o per coltivare una scienza o per esercitare un lavoro professionale, ma per arricchire con la loro presenza, il loro cuore, la loro opera la comunità in cui vivono e in cui vivranno, per prima cosa, dunque, la comunità familiare. Dette qualità si potrebbero così elencare: a. Buona volontà e laboriosità. b. Cura amorosa e attenta dei lavori domestici e utili. c. Abilità tecnica per fornire e curare personalmente le utilità della tecnica moderna. c. Passione e abilità necessarie per la cura estetica e artistica dell’abitazione familiare. d. Qualità espressive nella parola, nel canto, nella musica strumentale per la fruizione familiare e comunitaria - oltre che individuale - della cultura e dell’arte. e. Tutto ciò in spirito di servizio, umiltà, obbedienza, amore reciproco - qualità umane, ma anche religiose, che perciò introducono al punto seguente.
Se dunque si sostituiscono, almeno in parte, le troppe attività pomeridiane dei minori sopra richiamate con l’impegno ad acquisire le qualità elencate, non si sostituirebbe una crescita umana utile prima di tutto alla vita di famiglia a un dispendio di energie, anche economiche, spesso inutile? Tra l’atro almeno alcune delle acquisizioni raccomandate non richiederebbero costi economici, ma soltanto la vicinanza e l’esempio di genitori ed educatori e l’impegno personale e costante del minore. Ecco già un risparmio congiunto con un vantaggio affettivo ed educativo.

Naturalmente seguendo questa traccia D. Massimo vi ha introdotto frequenti richiami ad argomenti già svolti in precedenza e illustrazioni di punti particolari e ha più volte coinvolto i presenti sollecitando la loro testimonianza. Ma ormai si era fatto tardi e perciò il poco tempo rimasto è stato utilizzato per imparare un canto a canone che doveva servire poi da preghiera prima del pranzo. I partecipanti hanno gradito molto questa iniziativa “a sorpresa” e D. Massimo ha suggerito che, se una famiglia incomincia il pranzo con una bella preghiera cantata, un eventuale ospite probabilmente rimarrebbe favorevolmente impressionato e magari potrebbe essere tentato di imitare l’idea.
Poi tutti sono scesi in chiesa, dove, insieme alla comunità e ad un gruppo di suore ospiti, hanno recitato l’ora media. Finita la preghiera, i partecipanti si sono recati nel refettorio degli ospiti, dove è stato servito un pranzo molto gradito, preceduto e seguito dal canto a canone che era stato preparato in precedenza.
Dopo il pranzo c’è stata una breve ricreazione nel chiostro, poi gli adulti si sono di nuovo raccolti in Biblioteca, mentre i bambini - tranne il piccolo …, che è voluto restare con i genitori - sono stati accompagnati da … e dalle altre incaricate prima nel parco e poi di nuovo nella Biblioteca parrocchiale.
D. Massimo ha ripreso il discorso incominciato prima di pranzo, seguendo la seconda parte della traccia, che si riporta qui di seguito.

2. Formazione cristiana e vita religiosa. In questa prospettiva la vita religiosa non sarebbe confinata alla formazione mentale, all’amministrazione dei sacramenti e alla presenza nel tempio, ma investirebbe l’impegno di conversione dall’istintivo egoismo dei minori alla carità vissuta, per prima cosa in famiglia, e di continuo perfezionamento. Ne guadagnerebbe sia il carattere, sia la religione. Perché poi la devozione dal tempio possa rifluire nella casa, tutte le attitudini acquisite nell’ambito della parola, del lavoro, dell’arte dovrebbero essere messe a frutto per creare lo spazio, il tempo e il gusto della preghiera in famiglia. Altra prospettiva di rafforzamento del vincolo affettivo e dello spazio-tempo condiviso.
3. Lavoro professionale. Se una parte del lavoro del padre e una parte più ampia - se non la totalità - di quello della madre, anziché essere spesa fuori casa per una professione esterna, fosse dedicata direttamente alla famiglia e all’abitazione, ci sarebbe certamente un’immediata perdita economica, ma essa sarebbe altamente compensata da un immediato guadagno sul piano della vita comune, dell’affetto reciproco e dell’educazione dei minori. Inoltre in una prospettiva lungimirante vi sarebbe anche un sostanziale guadagno economico. Ma penso che il vantaggio economico si potrebbe ottenere quasi subito. E’ questo un punto da approfondire in seguito.
Per il momento vorrei sottolineare quale appagamento, non soltanto affettivo, ma anche culturale - assai più che con il lavoro professionale - possono avere due genitori - specialmente la madre - nel seguire i figli nella formazione umana e religiosa alla buona volontà, alla laboriosità, alla cura e precisione nel lavoro domestico, tecnico, artigianale e artistico, all’uso educato ed espressivo della parola, alla lettura della poesia e della prosa d’arte, alla musica vocale e strumentale e ad altre cose che possono arricchire la vita di una comunità che non diserti sistematicamente la propria abitazione.
Veniamo ora all’aspetto economico. Oltre agli effetti economici a lunga scadenza di una buona educazione dei figli, del tutto opposti ai gravissimi danni, anche da questo punto di vista, di un’educazione trascurata, notiamo che l’applicazione al lavoro in casa può far risparmiare sull’iscrizione ad attività esterne, sui pagamenti a personale di servizio divenuto inutile, sugli acquisti di materie utili o ornamentali che possono essere fatte e curate con le proprie mani, su regali a terzi egualmente eseguiti in casa, sull’eliminazione di tante spese ludiche superflue per bambini e giovani - si possono riscoprire giochi e divertimenti con materiali semplici fatti con le proprie mani, eliminare molta elettronica nociva, molti oggetti sportivi superflui, incrementare attraverso la formazione religiosa lo spirito di sobrietà e di rinuncia, insieme alla carità e alla generosità verso i bisognosi. Chi poi può usufruire di un po’ di terra da coltivare, può con vantaggio economico e qualitativo, procurarsi frutta, ortaggi e verdura.
Infine le famiglie si possono aiutare efficacemente tra loro, sia scambiandosi servizi e competenze (ad esempio lavoro tecnico e lavoro artigianale, frutti della terra e istruzione musicale), sia procurandosi vicendevolmente un certo guadagno economico con la prestazione di istruzioni e di servizi a prezzi molto più convenienti di quelli richiesti dai professionisti. Questi servizi possono essere forniti anche ad altri - ad esempio confezioni artigianali o artistiche.
Queste indicazioni relative all’aspetto economico - che ritengo molto importante, anche perché costituisce una delle principali obiezioni al progetto - vanno naturalmente approfondite e perfezionate.

Come era previsto, la discussione si è soffermata sulle difficoltà di carattere economico e sui suggerimenti avanzati da D. Massimo, il quale ha sottolineato che si tratta di provocazioni per un’ulteriore riflessione di gruppo.
Essendo nel frattempo giunta la maestra di musica …, i presenti si sono divisi in tre gruppi, come previsto dal programma. Il primo gruppo si è dedicato alla musica, ed è stato guidato dalla Maestra …. Il secondo si è occupato dei lavori domestici e della decorazione dell’abitazione e dello spazio della preghiera. E’ stato guidato da …, da … e da …. Il terzo gruppo, guidato da D. Massimo, ha affrontato il tema della parola.
Riferiamo in particolare sull’ultimo gruppo.
D. Massimo ha sottolineato il valore della parola, anche nel linguaggio ordinario, sia per il contenuto che trasmette, sia per il tono con cui viene espressa. Già il bambino nel grembo della madre risente l’influenza della voce materna e paterna. Da ciò l’importanza della qualità del linguaggio, che diviene ancora più evidente in presenza di minori in età formativa. Il minore - assai più dell’adulto - è plasmato dai suoni, della parola e della musica. La differenza formativa di un linguaggio corretto e amoroso e di un linguaggio volgare e aggressivo - come pure di una musica armoniosa e di una musica violenta - appare evidente. E’ dunque oltremodo preoccupante l’attuale degrado del linguaggio ordinario e della musica più diffusa, specialmente tra i giovani.
Venendo poi ai linguaggi artistici, D. Massimo, citando il poeta e critico T.S. Eliot, ha osservato come la poesia - e lo stesso si può dire della prosa d’arte - abbia la missione sociale di elevare e arricchire il sentimento degli uomini, destinato, senza questo mezzo, a degenerare nelle forme più elementari e brutali. Ma la poesia e la prosa artistica per natura dovrebbero essere declamate in presenza di una comunità e non soltanto lette mentalmente. Ciò sì e no si fa a scuola, e per di più con una finalità prevalentemente intellettualistica. In tal modo la poesia non può di fatto esercitare il suo ruolo. Questo si potrebbe ottenere soltanto richiamando in vita l’antico costume di letture familiari comuni, specialmente nel raccoglimento serale. Per fornire un esempio e un’esperienza concreta di questo fatto, D. Massimo ha fatto ascoltare ai presenti la registrazione di una lettura del capitolo XXXV de “I promessi sposi” eseguita con grande espressione da una persona ben preparata. Naturalmente l’audizione è piaciuta molto e si è sottolineata la differenza di effetto plasmativo delle emozioni e dell’animo dei minori con le consuete fiction televisive. Ciò mostra come sia importante imparare a leggere o a recitare la poesia e la prosa con la necessaria espressone, non per un fine scolastico o professionale, ma per la vita familiare di tutti i giorni.
Il discorso sulla parola è stato esteso anche alla parola scritta. D. Massimo ha osservato che esisteva, fino a non molto tempo fa, un’importante tradizione iconografica nei libri di pietà. Questa tradizione era legata alla manualità, che permetteva di usare la scrittura e la decorazione artistica nei libri di preghiera e di poesia, con illustrazioni spesso di grande efficacia espressiva - se ne è mostrato qualche esempio. Tutto ciò è tramontato con il declino della manualità e con il cambiamento del gusto. Quanto questo declino lasci molti insoddisfatti lo testimonia l’attuale diffusa moda del collezionismo di immaginette devozionali classiche.
Se si tornasse, oltre alla scelta delle più belle preghiere antiche e moderne per l’uso familiare e personale, anche alla confezione manuale di libri di preghiera e di poesia eseguiti artisticamente, anche questo favorirebbe un forte coinvolgimento emotivo nella preghiera e nella formazione personale dei sentimenti.
Per esemplificare questo aspetto della questione, la signora … - che non è potuta essere presente personalmente - ha preparato, su carta di qualità, alcune pagine contenenti preghiere particolarmente espressive ornate con motivi floreali. I presenti le hanno apprezzate molto. Purtroppo al momento … e le sue figlie … e …, solo da pochi giorni investite di questo problema, mentre sono esperte nella decorazione, non hanno pratica di scrittura artistica. Per questo la parte grafica degli esempi eseguiti è ancora imperfetta. Il risultato però è incoraggiante e suggerisce - come del resto in altri campi - l’organizzazione, al di fuori degli incontri mensili, di gruppi formativi per acquisire le necessarie abilità.
Infine i tre gruppi si sono riuniti per scambiarsi le relative impressioni.
Prima di concludere la riunione si sono proposte le date del 16 o del 23 maggio per il prossimo incontro. Sulla scelta tra le due date, come sull’idea di una residenza di circa una settimana in monastero nel mese di agosto, si attendono ragguagli da parte degli interessati